Dati Tecnici

Per un impiego sicuro a garanzia del tecnico progettista e del committente le aziende produttrici aderenti alla Rete Uso Fiume ed Uso Trieste, in collaborazione con FederlegnoArredo hanno elaborato norme tecniche di riferimento, che includono informazioni sul materiale, parametri di valutazione e classificazione e valori caratteristici, esplicitamente elaborati per le travi in legno massiccio Uso Fiume ed Uso Trieste.

La norma UNI 11035-3 "Legno strutturale Classificazione a vista dei legnami secondo la resistenza meccanica Parte 3: Travi Uso Fiume e Uso Trieste" specifica terminologia, metodi per la determinazione delle caratteristiche rilevanti e regole ai fini della classificazione a vista dei legnami secondo la resistenza meccanica destinati all’uso in strutture portanti di qualsiasi dimensione e umidità, riconducibile alle definizione di Uso Fiume e Uso Trieste.

Ai sensi delle Norme Tecniche delle Costruzioni "D.m. del 14 gennaio 2008", i materiali ad uso strutturale devono essere soggetti a un certificato di conformità secondo documenti di carattere comunitario. Alla luce di quanto disposto dalle NTC, di cui ai par. 11.1 e 11.7, un assortimento legnoso può essere posto in commercio attraverso specifici iter di certificazione:

  1. applicazione di una norma europea armonizzata (EN) in possesso della Marcatura CE secondo la Direttiva europea 89/106/CEE "Prodotti da costruzione" (CPD)
  2. applicazione di una procedura di qualificazione nazionale (qualora si ricada all’interno del periodo di coesistenza di Norma Armonizzata)
  3. applicazione di un Benestare Tecnico Europeo o, in alternativa, di un Certificato di Idoneità Tecnica all’Impiego rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale sulla base di Linee Guida approvate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

La norma armonizzata per le travi in legno massiccio (UNI EN 14081-1:2006 "Strutture di legno - Legno strutturale con sezione rettangolare classificato secondo la resistenza") risulta non essere applicabile causa le tolleranze sullo smusso, maggiore di 1/3 della sezione.
Il documento di riferimento per le travi Uso Fiume ed Uso Trieste in legno di abete rosso e abete bianco, nonché in larice e il Benestare Tecnico Europeo ETA 11/0219:2011.

Esclusivamente le aziende aderenti alla Rete Uso Fiume ed Uso Trieste possono vendere un prodotto garantito e qualificato secondo le norme citate. La qualitá é garantita dalla Marcatura CE dei lotti venduti ed il certificato di conformitá che le aziende possiedono come stabilimenti di produzione.
Inoltre il prodotto é riconoscibile dal marchio presentato nel sito.


Tutti i documenti e le norme di riferimento sono scaricabili nella sezione sottostante:
Dati Tecnici
 

"L'ALTRO" LEGNO MASSICCIO: LE TRAVI USO FIUME E USO TRIESTE

 
"L'ALTRO" LEGNO MASSICCIO: LE TRAVI USO FIUME E USO TRIESTE
Scritto da Andrea Zenari
Il 2011 sarà sicuramente l'anno del legno massiccio ad uso strutturale, dopo i grandi sforzi compiuti da Assolegno per la valorizzazione del legno nazionale che ha portato la promozione, tra le altre specie, anche quella del castagno di nato e cresciuto in Italia da semplice pezzo di trave a trave ad uso strutturale. Come ben si sa oramai le Norme Tecniche per le Costruzioni obbligano l'impiego di solo materiale ad uso strutturale qualificato, per il legno massiccio a spigolo vivo la scelta fatta da oltre 160 operatori italiani (segherie e carpentieri) è stata quella della certificazione per la marcatura CE ai sensi della norma armonizzata UNI EN 14081-1 per le travi nelle tipologie USO FIUME e USO TRIESTE questo non è possibile. In realtà non era possibile perché' oggi questa è una certificazione possibile, infatti Assolegno ha creato un gruppo di lavoro ad hoc per la valorizzazione di questa tipologia di travi che nei primi mesi del 2011 dara la possibilità di certificare anche queste travi. Il percorso di valorizzazione e' stato lungo e abbastanza tortuoso, e' nato circa 3 anni fa con la sperimentazione di oltre 400 travi presso l' Istituto di Tecnologia del Legno IVALSA di San Michele all' Adige del Prof. Ario Ceccotti che hanno portato alla definizione dei valori caratteristici. Successivamente il gruppo di lavoro per il legno strutturale dell'UNI a cui fanno parte il Prof. Uzielli, Prof. Togni, Dott. Brunetti, Dott. Luchetti, Ing. Schrentewein e Dott. Zenari, ha provveduto all'elaborazione dei dati ottenuti dai test di laboratorio ed hanno dato la possibilità di definire la classe caratteristica in conformità alla norma EN 338: C24 per le travi Uso Fiume e C18 per le travi Uso Trieste.

Dal gruppo di lavoro UNI ne è nata la norma in vigore dal settembre 2010 UNI 11035-3 dedicata al legno alle travi ad uso strutturale nei formati Uso Fiume e Uso Trieste di cui si porta sotto la tabella con i valori caratteristici.

Fatta la norma per la classificazione era però necessario dare la possibilità ai produttori di queste travi di venderle in conformità alla Direttiva comunitaria per i prodotti da costruzione, la CPD 89/106. Alcuni membri hanno partecipato attivamente ai gruppi europei del CEN TC 124 per richiedere la modifica dell'attuale normativa riferita alle travi a sezione rettangolare ma la risposta e stata che non erla possibile. A seguito di questa sventura ad inizio 2010 si è avviato l'iter per l'ottenimento del benestare tecnico europeo ETA per arrivare alla possibilità' di marcare CE anche le travi Uso Fiume e Uso Trieste. Attualmente la situazione è che il processo sta terminando ed entro la fine di quest'anno 2011 sarà finalmente possibile marcare CE le travi Uso fiume e Uso Trieste.

http://www.lazzarizenari.it/
 

"MADE" in Alto Adige

 
"MADE" in Alto Adige
Corriere dell'Alto Adige
SUCCESSO DELLE AZIENDE PROVINCIALI IN FIERA A MILANO

Protagonista la Sezione Legno di Assoimprenditori

Con un incremento di oltre 17 percento di presenze, che sono arrivate a superare la soglia di 200.100, viene archiviata la seconda edizione di MADEexpo- Milano Architettura Design Edilizia, la fiera dell'architettura e dell'edilizia, a cui ha preso parte anche la Sezione legno di Assoimprenditori Alto Adige con 19 aziende associate. Dal 4 al 7 febbraio 2009 nel quartiere fieristico di Milano- Rho la Sezione Legno si é presentata agli operatori nazionali e stranieri della filiera delle costruzioni, legno ed arredamento con uno stand collettivo con l'EOS- Organizzazione Export Alto Adige della Camera di commercio di Bolzano.
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Behauholz - Renaissance eines Holzwerkstoff; Teil I

 
Behauholz - Renaissance eines Holzwerkstoff; Teil I
a cura di Thomas Schrentewein
Einführung
Holztragwerke wurden schon immer so gebaut, dass die zu überspannende Länge mit einem möglichst geringen Materialeinsatz bewerkstelligt werden konnte. Heute gelingt das fast ausschließlich mit dem Werkstoff Brettschichtholz. Über viele Jahrhunderte hinweg bestimmte aber die verfügbare Baumlänge im entsprechenden Holzquerschnitt die Tragweite, und es lag nahe, diesen möglichst effizient und mit kleinstem Verschnitt zu nutzen. Neben dem traditionell verbundenen Schnittholz war der baumkantige Massivholzbalken, auch Behauholz genannt, ein gebräuchlicher Werkstoff, höhere Spannweiten bei Decken und Dächern wirtschaftlich zu realisieren. Am Baumstamm nur das Notwendigste abzuschneiden bringt auch den Vorteil, möglichst viel Spätholz am natürlichen Werkstoff zu belassen. Ein Erfahrungswert, der schon vor Jahrhunderten und noch fern von jeglicher technischer Normierung bekannt war.

Definition Behauholz
In verschiedenen südeuropäischen Ländern wird Behauholz auch heute noch bei Decken- und Dachkonstruktionen eingebaut. Von hier stammen auch die italienischen Namen der Einschnittverfahren „Uso Fiume - UF“ und „Uso Trieste - UT“, bezeichnend für die Hafenstädte Fiume (heute: Rijeka, Kroatien) und Trieste (Triest, heute Italien, vor 1918 bei Österreich). Bei beiden Produktionsverfahren wird der Stamm nach dem Entrinden an vier Seiten nur sägegestreift, sodass ein quadratischer Querschnitt mit mehr oder weniger abgefasten Ecken, in der Fachsprache Baumkante genannt, entsteht. Der wesentliche Unterschied beider Schnittverfahren besteht darin, dass beim „Uso Fiume“ die Sägeblätter parallel eingestellt werden, während beim „Uso Trieste“ die Sägeblätter der Abholzigkeit des Stammes folgen. Der UF-Balken hat somit nach dem Einschnitt jeweils parallele Seiten. Der UT-Balken hingegen weist einen stetig abnehmenden Querschnitt von der Basis bis zur Spitze von ungefähr 5 mm je Längenmeter auf. Baumkantiges Massivholz ist in Querschnitten von 8x8 cm bis 50x50 cm und in einer Länge bis zu 16 m verfügbar.
Warum Behauholz?
Restauratoren kennen Behauholz: Bei der Sanierung von historischen Gebäuden sind baumkantige Massivholzbalken die erste Wahl. Doch auch bei so manchem Neubau findet vor allem im Sichtbereich wieder baumkantiges Massivholz Verwendung. Bei diesen Bauvorhaben entscheidet man sich vielfach aus Gründen der Nachhaltigkeit und Wirtschaftlichkeit dafür. Anstatt hochwertiges Behauholz für den Schalungs- und Lehrgerüstbau zu verwenden, könnte es zumindest im einen oder anderen Fall als Alternative zum massenweise eingesetzten Brettschichtholz in Erwägung gezogen werden. Bauherren und Planer müssen vermehrt davon überzeugt werden, dass die beim baumkantigen Massivholz typischen Schwindrisse nur einen sehr geringen Einfluss auf dessen Festigkeitseigenschaften haben. Fehlende Materialkennwerte halten aber viele Planer davon ab, Behauholz für Tragwerke in Betracht zu ziehen. Manchmal auch, um sich nicht freiwillig der normativen Leere auszusetzen.

Ausgangslage
Bei den Massivholzprodukten ist heute das Interesse eindeutig auf das Kantholz bzw. Schnittholz gerichtet, schon seltener sehen wir Rundholz. Beide Produkte werden zur Zeit durch die jeweiligen nationalen Vorschriften, wie etwa die DIN 4074-1 für Bauschnittholz und die DIN 4074-2 für Baurundholz, zukünftig auch durch die neuen europäischen Normen EN 14081 und EN 14544, „geregelt“. Eine normgerechte Anwendung von Behauholz im Bauwesen ist jedoch nahezu ausgeschlossen, da es sich weder zum (perfekten) Schnittholz noch zum Rundholz zuordnen lässt. Obwohl Behauholz ähnliche Festigkeitseigenschaften wie Rundholz aufweist, ist dessen normativer Bezug aufgrund des partiellen Einschnittes nicht erlaubt. Durch das Sägestreifen werden nämlich gar einige der stärksten Spätholzfasern abgetrennt. Und gerade diese im äußeren Bereich des Stammes befindlichen Fasern sind für die höhere Festigkeit des Rundholzes, im Vergleich zum Schnittholz, verantwortlich.
Eine Anwendung der bekannten deutschen Schnittholznorm DIN 4074-1 für Behauholz wäre auch nicht empfehlenswert, da das Kriterium Baumkante (siehe Absatz 5.6) bestenfalls die Schnittklasse S7 bzw. S10 zulässt. Und dabei darf nicht einmal mehr als 2/3 einer Querschnittsseite von der Baumkante betroffen sein. Behauholz hat aber ohnehin eine beidseitige Baumkante, wodurch beispielsweise ein Holzquerschnitt mit 18 cm Breite nicht mehr als zwei Baumkanten von jeweils 3 cm aufweisen darf. Ist mehr Baumkante vorhanden, so fällt der Querschnitt nicht mehr in die Schnittklasse S7, obwohl der untersuchte Prüfkörper bei den anderen Kriterien hervorragende Bewertungen haben könnte. Vernachlässigt man hingegen die Eigenschaft Baumkante, dann wäre so manche Schnittklasse S7 in Wirklichkeit eine S13! In Folge wäre Behauholz nach DIN 4074 nur in den untersten Festigkeitsklassen C16 bzw. C18 nach EN 338 einstufbar.
Die italienische Klassifizierungsnorm UNI 11035, Ausgabe 2003, beinhaltete einen ersten Ansatz für die Berücksichtigung von Behauholz „Uso Fiume“ und „Uso Trieste“. Wegen des hohen Anteils an Baumkante fiel jeder Querschnitt aber auch hier von vornherein in die Sortierklasse S3, vergleichbar mit S7 nach DIN 4074. Die hierfür entsprechenden mechanischen Eigenschaften finden sich dann wiederum bei der Festigkeitsklasse C16. Alternativ war jedoch eine andere, leicht nachvollziehbare Methode für die visuelle Sortierung zulässig: „Überschreitet das Kriterium Baumkante die zulässigen Grenzwerte für die Zuordnung in eine Schnittklasse (Anm.: was bei Behauholz immer zutrifft), so darf das Bauteil jedenfalls klassifiziert werden (Anm.: ohne Berücksichtigung der Baumkante), falls der Nominalquerschnitt auf den eingeschriebenen Kreis innerhalb des Ausmaßes der größten Baumkante reduziert wird.“ Wird dieser Auslegung nach der umschriebene Nominalquerschnitt, in unserem Fall ein Quadrat, mit dem eingeschriebenen Kreisquerschnitt innerhalb der größten Baumkante verglichen, so beträgt bei einem im Extremfall auftretenden Kreisquerschnitt die Fläche in etwa 80%, das Trägheitsmoment jedoch nur 60% des umschriebenen Quadrats. Die Querschnittseigenschaften der baumkantigen Massivholzbalken bewegen sich irgendwo dazwischen, liegen jedoch näher beim Quadrat als beim Kreis. Schon an diesem Beispiel lässt sich die Schwierigkeit der Querschnittsbestimmung für Behauholz erkennen. Verschiedene Vergleichsrechnungen an Biegeträgern ergaben letztlich auch mit der Methode des eingeschriebenen Kreises unbefriedigende Ergebnisse, zumal auch noch die höhere Festigkeit des Spätholzanteils unberücksichtigt blieb. Da es vor der Erstausgabe der Norm UNI 11035 im Jahr 2003 in Italien überhaupt keine Bestimmungen zur Klassifizierung von Massivholz gab, war zumindest diese erste normative Berücksichtigung von Behauholz ein lobenswerter Ansatz.

Das Forschungsprojekt
Aufgrund dieser Voraussetzungen wurde im Jahr 2006 ein Projekt zur Förderung von baumkantigen Massivholzbalken begonnen, mit dem Ziel einer breiteren Anwendung im Bauwesen. Die Initiative ergriff die Sektion Holz im Unternehmerverband Südtirols mit Unterstützung des italienischen Verbandes Assolegno. Ursprünglich ging es mehr um die Ausarbeitung von technischen Informationen für Entscheidungsträger und Planer. Doch schon bald mussten sämtliche Ressourcen auf eine normative Erfassung gerichtet werden, um allenfalls das CE-Zeichen laut EN 14081 vergeben zu dürfen. Im Zuge der Anpassung der „alten“ UNI 11035 im Hinblick auf die europäische Harmonisierung (EN 1912 - Zuordnung visuelle Sortierung zu Festigkeitsklassen) bestand schließlich die Möglichkeit, einen eigenen Teil der überarbeiteten Norm ausschließlich dem Behauholz zu widmen. In mehreren Versuchsreihen wurden im Zeitraum Juni 2007 bis April 2009 insgesamt 507 baumkantige Balken aus Fichtenholz am Institut CNR-IVALSA Biegeversuchen unterzogen. Davon waren 284 Probekörper in sechs Prüfreihen unterschiedlicher Herkunft UT-Balken und 220 Probekörper in fünf Prüfreihen für UF-Balken vorgesehen. Drei der 507 Probekörper wurden ausgeschlossen, da sie nicht klassifizierbar waren. Die untersuchten Prüfkörper stammen in zeitlicher Abfolge aus folgenden Regionen:
Belgien – Raum Ardennengebiet,
Deutschland – Raum Plauen-Hof,
Italien – Val di Fiemme,
Deutschland – Raum Leutkirch im Allgäu,
Italien – Südtirol und
Österreich – Raum Gmünd.

Für die Probekörper wurden ein Nominalquerschnitt von 15 x 15 cm und eine Gesamtlänge von 300 cm bestimmt. Somit ergab sich die Stützweite von exakt 270 cm für den Vierpunktbiegeversuch laut EN 408.
Sämtliche Probekörper wurden noch nach der Regeln der bisherigen UNI 11035 visuell klassifiziert. Nahezu 80% der Proben entsprachen dabei der Klasse S1, was vergleichbar mit S13 laut DIN 4074-1 ist, jedoch ohne Berücksichtigung des Kriteriums Baumkante. Eigenartigerweise erbrachten so manche visuell klassifizierte Probekörper der Klasse S2 (S10 nach DIN 4074-1) höhere Materialkennwerte als jene der Klasse S1. Nicht nur aus diesem Grund, sondern auch der Tatsache wegen, dass bei mehreren Versuchsreihen der Klasse S2 die Mindestanzahl von 40 Stück nicht erreicht wurde, haben wir eine so genannte „Einheitsklasse“ für Behauholz der Einschnittverfahren UF und UT gebildet.
Vor den Biegeversuchen wurden die Dichte und die Holzfeuchte von jedem Prüfkörper ermittelt. Für die Berechnung der Dichte wurden alle Prüfkörper gewogen und deren Länge und Nominalquerschnitte in Trägermitte sowie an den Stirnseiten vermessen. Um möglichst präzise Werte für die Volumina zu erhalten, wurden bei einer Prüfreihe von UF- und UT-Balken die effektiven Querschnitte im Abstand von 50 cm vermessen und deren Volumen bestimmt. Im Verhältnis zum Nominalvolumen, d.h. umschriebener Rechteckquerschnitt mal Länge, ergibt sich ein im Mittel errechneter „Formbeiwert“ von 0,922. Dieser Faktor beinhaltet sowohl den Einfluss der Baumkante als auch die Abholzigkeit im Falle der UT-Balken. Bei der Feuchtemessung (Widerstandsmessung) wurden keine größeren Abweichungen festgestellt, alle Prüfkörper lagen um die 15%.
Die Biegeversuche wurden nach EN 14081-1 und EN 408 in der Konfiguration für die Ermittlung des globalen Elastizitätsmoduls durchgeführt. Neben der Ermittlung des globalen E-Moduls wurde auch die Biegefestigkeit fm bestimmt. Die Versuchsergebnisse an den parallelseitigen UF-Balken entsprachen großteils den Erwartungen, da der Querschnitt einigermaßen konstant über die Trägerlänge verläuft. Hierfür konnten auch die entsprechenden Bestimmungen der Normen EN 384 und EN 408 befolgt werden.
Behauholz - Renaissance eines Holzwerkstoff; Teil I
Behauholz - Renaissance eines Holzwerkstoff; Teil I
Behauholz - Renaissance eines Holzwerkstoff; Teil I
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Behauholz - Renaissance eines Holzwerkstoff; Teil II

 
Behauholz - Renaissance eines Holzwerkstoff; Teil II
a cura di Thomas Schrentewein
Besondere Untersuchung
Bei den Prüfkörpern nach dem Einschniuttverfahren „Uso Trieste“ mit nicht konstant verlaufendem Querschnitt ergab die Ermittlung der mechanischen Eigenschaften mit der Anwendung der Vorgaben laut den vorhin genannten Normen jedoch kein zufriedenstellendes Ergebnis. Aus diesem Grund musste bei den UT-Balken ein anderer Ansatz gewählt werden. Für zwei Prüfreihen mit insgesamt 114 Probekörpern wurde nach dem Verfahren zur Bestimmung des lokalen Elastizitätsmoduls vorgegangen. Dabei wurden auch die Durchbiegungen in den Drittelpunkten sowie in Balkenmitte gemessen. Alle Probekörper wurden nach Abnahme des Messrahmens schließlich zu Bruch gefahren.
Für die Berechnung des lokalen Elastizitätsmoduls war eine möglichst realitätsgetreue Nachbildung der Verformungslinie notwendig. Mithilfe der Arbeitsgleichung wurde eine fiktive Verformung unter Berücksichtigung der effektiven Querschnittseigenschaften sowie einem Einheitswert für den Elastizitätsmodul berechnet. Aus dem Verhältnis zwischen der berechneten und der gemessenen Verformung lässt sich auf den lokalen Elastizitätsmodul schließen. Für das über die Länge veränderliche Trägheitsmoment musste zwischen den Drittelpunkten vereinfachend ein linearer Verlauf angenommen werden, um nicht allzu komplizierte mathematische Funktionen lösen zu müssen.
Als Grundlage für die Berechnungen mussten zuerst die geometrischen Querschnittseigenschaften bestimmt werden. Hierzu wurden die Querschnitte an den Stirnseiten auf Klarsichtfolien abgezeichnet, digitalisiert und mit Hilfe eines CAD-Programms deren Flächen, Schwerpunkte und Trägheitsmomente ermittelt.
Die Auswertung mit dem Verfahren zur Bestimmung des lokalen Elastizitätsmoduls brachte leider unrealistische und mit sehr großer Streuung versehene Ergebnisse hervor. Die Formänderungen folgten nicht den geometrischen Vorgaben. Im Drittelpunkt des kleineren Querschnittes müsste die Verformung erwartungsgemäß größer als jene im Punkt mit dem größeren Querschnitt sein. Dies traf jedoch nur bei wenigen der untersuchten UT-Balken zu. Mit den Verformungswerten in Balkenmitte wurde schließlich die Auswertung mit Schubeinfluss nochmals durchgeführt. Bei der Berechnung der fiktiven Verformung musste der Schubmodul in Anlehnung an EN 384 mit E/16 angenommen werden.
Zur Kontrolle der Ergebnisse aus der Arbeitsgleichung wurde bei einigen zufällig ausgesuchten Probekörpern eine Vergleichsrechnung mit einem Stabwerksprogramm durchgeführt, um die Werte der fiktiven Verformung zu überprüfen. Der Balken mit 270 cm Stützweite wurde dabei in 30 Abschnitte zu je 9 cm unterteilt und es wurden die zugehörigen Querschnittseigenschaften eingegeben. Bei den Materialkennwerten wurde wiederum E = 1 und G = 1/16 gesetzt. Die Verformungswerte des Stabwerksprogramms lagen dabei im Mittel von 1,15% über jenen der Arbeitsgleichung. Die Vergleichsrechnung diente lediglich dazu, die baustatische Abbildung zu verifizieren.

Neue Norm
Parallel zu den Biegeversuchen wurden die Kriterien zur Klassifizierung von baumkantigen Massivholzbalken aufgestellt, wie sie in der neuen italienischen Norm UNI 11035-3 enthalten sind. Neben den bereits aus den Schnittholznormen bekannten Bestimmungen, wie Astigkeit, Schwindrisse etc., sind drei neue wesentliche Kriterien hinzugekommen, die für Behauholz charakteristisch sind: das Verhältnis Breite zu Höhe, die Exzentrizität des Kerns und die größtmöglich zulässige Baumkante.
In der neuen Norm ist weiters eine Bestimmung enthalten, die für Behauholz der Arten „Uso Fiume“ und „Uso Trieste“ unabdingbar ist, nämlich jene, dass die Baumkante nicht mehr als 5 mm von jeglichen mechanischen Werkzeugen bearbeitet sein darf. Mit dieser Regel ist der erforderliche Anteil an Spätholzfasern im Querschnitt gewährleistet. Die Bestimmung schließt eine „künstliche“ Baumkante von nachträglich bearbeiteten Schnittholzquerschnitten aus.
Die Datenauswertung für die Bestimmung der Materialeigenschaften wurde sowohl für den Nominalquerschnitt wie auch bei einigen Prüfreihen für den effektiven Querschnitt durchgeführt. Da die baupraktische Erfassung des effektiven Querschnitts nahezu unmöglich erscheint, wurde in der UNI 11035-3 ausschließlich der Nominalquerschnitt des umschriebenen Rechtecks berücksichtigt.

Fazit
Das Forschungsprojekt hat neben der Ausarbeitung der Grundlagen für die italienische Klassifizierungsnorm auch neue Erkenntnisse bei baumkantigen Massivholzbalken der Typen „Uso Fiume“ und „Uso Trieste“ gebracht. Die UF-Balken haben im Vergleich zu den UT-Balken beim Elastizitätsmodul bezogen auf den effektiven Querschnitt einen annähernd ähnlichen Wert, nämlich rund 14.600 N/mm2. In Bezug auf den Nominalquerschnitt hingegen ergaben die UF-Balken einen Elastizitätsmodul von 10.800 N/mm2, die UT-Balken jedoch nur 8.700 N/mm2. Im direkten Vergleich machen sich die Abholzigkeit und die bei den UT-Balken übliche, größere Baumkante bemerkbar. (Diagramm UF.pdf- Diagramm UT.pdf- Diagramm UF-UT.pdf)
Bei den Ergebnissen für die Biegefestigkeit unter Berücksichtigung des effektiven Querschnitts haben die UT-Balken einen höheren Wert im Vergleich zu den UF-Balken ergeben, nämlich 31 N/mm2 (bei 3 Prüfreihen) zu 28 N/mm2 (bei 2 Prüfreihen). Die höheren Festigkeiten bei den UT-Balken sind auf die besondere Untersuchung mit den veränderlichen Querschnittseigenschaften bei 114 Probekörpern zurückzuführen. In Bezug auf die Nominalquerschnitte ergeben beide Einschnitttypen ungefähr denselben Wert von rund 28 N/mm2. (Materialeigenschaften.pdf)
Die relativ niederen Festigkeitsklassen C24 bei UF und C18 bei UT sind aufgrund der geringen Werte für den Elastizitätsmodul bezogen auf den Nominalquerschnitt zu begründen. Im Rahmen von statischen Vergleichsrechnungen zwischen effektivem und nominalem Querschnitt mit den jeweiligen Materialeigenschaften wurden keine nennenswerten Unterschiede in der Dimensionierung festgestellt. Die Vereinfachung mit Bezug zum Nominalquerschnitt ist folglich gerechtfertigt und vereinfacht somit die baustatische Anwendung.

Schlussbemerkung
Das Projekt zur Förderung von baumkantigen Massivholzbalken hat die erste Hürde der normativen Berücksichtigung genommen. Da auf europäischer Ebene noch spärliches Interesse im Hinblick auf eine Anwendung von baumkantigem Massivholz besteht, ist es noch verfrüht, an eine „EN“ zu denken. Als nächster Schritt wird deshalb die europäische technische Zulassung (ETA) für Behauholz angestrebt.
Als treibende Kraft hinter dem gesamten Projekt ist dem Initiator Michele Magagna, Präsident der Sektion Holz im Unternehmerverband Südtirol, für seinen unermüdlichen Einsatz zu danken. Die Endkorrektur unserer Datenauswertung lag in den Händen von Prof. Marco Togni von der Universität Florenz. Bei der kritischen, aber notwendigen Auseinandersetzung in der Normenkommission waren neben Prof. Togni auch die Professoren Luca Uzielli und Maurizio Piazza, Sebastiano Cerullo und Marco Luchetti von Assolegno sowie Andrea Zenari beteiligt. Die Durchführung der Biegeversuche erfolgte am Institut CNR-IVALSA mit Prof. Ario Ceccotti als verantwortlichen Leiter. Ein Dank auch an meine Mitarbeiter und den zahlreichen Praktikanten für die Datenverarbeitung und Ausarbeitung der Zeichnungen.
Behauholz - Renaissance eines Holzwerkstoff; Teil II
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Castel Tirolo

 
Castel Tirolo
Localitá:

Europa:                         ITALIA (IT)
Regione:
                       Trentino- Alto Adige
CAP:                             39012
Luogo:                          Merano (BZ)

Dati progettuali:


inizio cantiere:              -
fine cantiere:                 -
committente:                 -
progettista:                    -
statica:                          -
impresa esecutrice:       -

Classificazione:


tipologia edifico:          museo
tipologia attivitá:           restauro
materiale impiegato:     travi Uso Fiume diverse sezioni
specie legnosa:             abete rosso, larice
quantitá impiegate:       -

Descrizione:

sostituzione di singoli travi portanti in legno massiccio, restauro di solai e coperture nelle varie stanze del castello/ museo
Castel Tirolo
Castel Tirolo
Castel Tirolo
 

Consorzio di qualitá per le travi “Uso Fiume e Uso Trieste” Obiettivo: valorizzare il prodotto nel settore delle costruzioni

 
Consorzio di qualitá per le travi “Uso Fiume e Uso Trieste” Obiettivo: valorizzare il prodotto nel settore delle costruzioni
Comunicato stampa Assoimprenditori
“Uso Fiume” e “Uso Trieste” sono i nomi tecnici di due particolari tipi di travi in legno massiccio, con angoli arrotondati, ottenute da piante intere, che vengono utilizzate per la realizzazione e ristrutturazione di solai e coperture. Grazie ad un significativo lavoro di rete di impresa, che su iniziativa della Sezione legno di Assoimprenditori Alto Adige ha coinvolto vari enti ed aziende del nord d’Italia e tra l’altro anche l’Associazione nazionale Assolegno, il TIS di Bolzano, l’Università di Firenze ed il CNR – Ivalsa, alcune settimane fa a Bolzano si è costituito ufficialmente il “Comitato Tecnico Travi Uso Fiume e Uso Trieste”, con l’obiettivo di valorizzare tale tradizionale prodotto italiano e promuoverne l’utilizzo in particolare tra i progettisti.

Del Comitato Tecnico fanno parte complessivamente dieci aziende – i maggiori produttori di questo tipo di travatura del Nord d’Italia -, di cui quattro della Sezione legno altoa-tesina: Corradi Legnami Srl, Damiani-Holz&KO Spa, Magagna Legno Srl e Rema Spa. A coordinare il Comitato Tecnico è stato chiamato Michele Magagna, attuale Presidente della Sezione legno di Assoimprenditori Alto Adige; Segretario è Paolo Bertoni, Cluster Manager del Cluster Legno & Tecnica del TIS. “I tempi difficili che stiamo passando stanno portando le aziende di tutti i settori a consorziarsi per superare la crisi. Per quanto ci riguarda, la spinta maggiore a percorrere un progetto comune è stata la necessità di promuovere i nostri prodotti. Il consorzio ci consentirà, quindi, di investire in nuove tecnologie e in qualità. Il nostro, infatti, vuole essere prima di tutto un consorzio di qualità”, spiega il Coordinatore Magagna.

Solo le aziende del neo-costituito Comitato Ttecnico possono tra l’altro contare sul Benestare Tecnico Europeo (ETA), rilasciato nel luglio scorso dall'EOTA (European Organization for Technical Approval), che permetterà la marcatura CE agli assortimenti “Uso Fiume” ed “Uso Trieste”. Tale supporto normativo è fondamentale in quanto il 1°in gennaio 2012 entrarà entreranno in vigore la norma europeale Norme Tecniche per le Costruzioni (DM 14.01.2008) che prevedeono l’obbligatorietà per tutti i materiali ad uso strutturale di opportuna certificazione che ne garantisca i requisiti. “Finalmente siamo partiti ed oggi il nostro obiettivo principale è contribuire a far decollare la cultura del legno massiccio in Italia”, commenta con soddisfazione Michele Magagna.

L'affidabilità strutturale degli assortimenti “Uso Fiume” e “Uso Trieste” è suffragata anche da solide basi scientifiche. Nel 2007, infatti, la Sezione legno di Assoimprenditori Alto Adige, con il contributo dei produttori di travi Uso Fiume ed Uso Trieste dell'Alto Adige e delle province limitrofe, aveva avviato un progetto comune. “All'inizio abbiamo condotto una serie di sperimentazioni per raccogliere per lo più informazioni tecniche da mettere a disposizione dei progettisti. Da subito però si sono dovute orientare tutte le risorse all'analisi normativa al fine di rendere possibile un'eventuale marchiatura CE. Con il raggiungimento del Benestare Tecnico Europeo tali sforzi hanno dato adesso i loro frutti”, spiega Michele Magagna.
 

Il progetto per la promozione delle travi Uso Fiume e Uso Trieste in abete

 
Il progetto per la promozione delle travi Uso Fiume e Uso Trieste in abete
Il progetto di ricerca é stato promosso dal ctm -Centro di Tecnologia e Management- di Assoimprenditori Alto Adige e prevede la sperimentazione su travi in legno massiccio tipo Uso Fiume ed Uso Trieste per rilevare valori caratteristici riguradanti la resistenza meccanica degli elementi lignei.
Le prove sono state svolte presso l'Istituto per la valorizzazione delle specie arboree CNR-IVALSA di San Michele (TN) in collaborazione con 10 aziende produttrici lo studio tecnico lignaconsult di Bolzano e l'azienda MICROTEC di Bressanone. Il progetto é stato cofinanziato dalla Provincia Autonoma di Bolzano (l.p. 4/1997).

Durata del progetto: 04/2007 - 12/2010
 

InnovationDay 11

 
InnovationDay 11
a cura di TIS innovation park
 InnovationDay 2011

Cosa: InnovationDay
Quando 09/06/2011
da 09:00 al 20:00
Dove: TIS innovation park
Persona di riferimento Manuela Secco
Recapito telefonico per contatti + 39 0471 068301

Made in Alto Adige: gironzolate per il mercato delle novità e toccate di persona l’innovazione nell’Expo del TIS
La partecipazione è gratuita. Traduzione simultanea delle conferenze serali. Parcheggio gratuito nel garage sotterraneo.


Made in Alto Adige: questo è il motto dell‘ “InnovationDay 11“. Le aziende locali presentano i loro prodotti più innovativi – dai veicoli cingolati ai salumi di “agnello con gli occhiali”. L’highlight della giornata è, accanto alla TIS Expo, la relazione della leggenda dell’alpinismo Reinhold Messner sul tema “Spostare montagne con l’innovazione - Il credo di un valicatore di confini”. La consegna del Premio per l’Innovazione – tecnomag e del premio BIONICSTAR completano l’offerta dell’InnovationDay 11.
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Intervista a Michele Magagna

 
Intervista a Michele Magagna
a cura di Andrea Brega
A margine dell'incontro abbiamo incontrato il coordinatore del Comitato Tecnico Travi uso Fiume Uso Trieste, Michele Magagna, per una breve chiacchierata.
Finalmente siamo partiti e da oggi il nostro obiettivo principale è quello di contribuire a fare decollare la cultura del legno massiccio in Italia”, ci spiega Magagna.
Sono assolutamente certo che il nostro prodotto sia il più adatto per farlo. Non dimentichiamo, infatti, che quotidianamente le nostre aziende ricevono conferme della bontà del nostro lavoro e adesso, finalmente, possiamo mettere a disposizione delle aziende costruttrici la possibilità di calcolare e certificare le travi UF e UT è una grande opportunità”.
Nel nostro settore non è sempre semplice consorziare aziende in quanto, spesso, ci si scontra con la tendenza a muoversi in ordine sparso. Voi ci siete riusciti.
I tempi difficili che stiamo passando stanno portando le aziende di tutti i settori a consorziarsi per superare la crisi. Per quanto ci riguarda, la spinta maggiore a trovare e percorrere un progetto comune è stata la necessità di promuovere i nostri prodotti. Il consorzio ci consentirà quindi di investire in nuove tecnologie e in qualità. Il nostro, infatti, vuole essere prima di tutto un consorzio di qualità”.
La vostra attività prevede l'organizzazione di momenti formativi?
Tra i nostri obiettivi vi è sicuramente l'organizzazione di quattro incontri, due in nord Italia e due nel Centro Sud. Il primo appuntamento, anche se non organizzato da noi, sarà tra due settimane a Cortina dove, in occasione di un convegno tecnico organizzato dal professor Franco Laner, presenteremo ufficialmente il Consorzio”.
Sarete presenti a MADE expo all'interno dello stand di Assolegno. Cosa vi aspettate da questa manifestazione?
MADE expo è sicuramente la fiera più importante per l'edilizia e l'architettura, quindi è la vetrina ideale per promuovere il nostro prodotto che rappresenta una valida alternativa al legno lamellare. Sfrutteremo la rassegna per fare conoscere le travi Uso Fiume e Uso Trieste ai progettisti italiani, perché se da un lato l'internazionalizzazione è importante, è altrettanto vero che il mercato interno negli ultimi anni è stato trascurato”.
 

L'italia nell'Olimpo delle Certificazioni Europee: Travi Uso Fiume e Uso Trieste

 
L'italia nell'Olimpo delle Certificazioni Europee: Travi Uso Fiume e Uso Trieste
COMUNICATO STAMPA
L'ITALIA NELL'OLIMPO DELLE CERTIFICAZIONI EUROPEE: TRAVI USO FIUME E USO TRIESTE

DOPO UN ITER LUNGO E COMPLESSO, TRAMITE IL SUPPORTO TECNICO DELL'UFFICIO NORMATIVA FEDERLEGNO, IN SINERGIA CON L'UNIVERSITÀ DI FIRENZE (DEISTAF), IL CNR-IVALSA E LA SEZIONE LEGNO DI ASSOIMPRENDITORI ALTO ADIGE, ARRIVA IL BENESTARE TECNICO EUROPEO PER GLI ASSORTIMENTI USO FIUME E USO TRIESTE DI ABETE

Il Benestare Tecnico Europeo (ETA), rilasciato dall'EOTA (European Organization for Technical Approval), è l'ultimo importante tassello di una lunga storia, iniziata nel 2007 a Bolzano, che arriva a seguito di una serie di iniziative di supporto all'adeguamento normativo finalizzato alla marcatura CE delle travi Uso Fiume e Uso Trieste e che delinea prospettive di sicuro interesse per gli operatori del comparto.

Senza questo ETA, che ne permetterà la marcatura CE, gli assortimenti Uso Fiume e Uso Trieste avrebbero avuto una flessione nella loro diffusione con l'entrata in vigore delle Norme Tecniche per le Costruzioni (di cui il DM 14.01.08) e con l'obbligatorietà della marcatura CE per il legno massiccio a sezione rettangolare anticipata a gennaio 2012. Infatti, tale Decreto Ministeriale prevede per tutti i materiali ad uso strutturale opportuna certificazione che ne garantisca i requisiti minimi in termini di resistenza meccanica.

Assolegno, in tale contesto, ha svolto un fondamentale ruolo di coordinamento, contribuendo con il proprio Ufficio Normativa ad un arricchimento del presente Benestare Tecnico Europeo in modo da poterne permettere la pubblicazione in sede EOTA attraverso la condivisione dei contenuti tra tutti i Paesi Membri dell'Unione Europea.

“È un risultato molto importante – sottolinea Paolo Ninatti, presidente di Assolegno – perché è la prima volta che l'Italia fa da capofila nella definizione di un apposito iter per l'ottenimento del Benestare Tecnico Europeo su un prodotto di legno a uso strutturale. Si tratta di un primo importante passo, unico nel suo genere, che cerca di rendere economicamente sostenibile una certificazione di questo tipo e che premia l'impegno degli imprenditori che hanno creduto in tale progetto. Come presidente di Assolegno ringrazio tutte le figure che hanno contribuito con la loro professionalità a rendere possibile tale importante risultato”.

Da oggi, quindi, oltre a essere stata raggiunta la par condicio tra il legname a sezione rettangolare e quello a sezione irregolare (Uso Fiume e Uso Trieste), è stata identificata una metodologia condivisa tra più aziende per sostenere una politica di qualità condivisa all'interno dello stabilimento, allo scopo di diffondere un materiale che, da sempre, è stato utilizzato dai nostri carpentieri.

“Si tratta di un ulteriore importante passo in avanti per la valorizzazione di questi assortimenti di carattere tradizionale – aggiunge Ninatti - che vengono così ad assumere un ruolo innovativo mediante una caratterizzazione meccanica secondo gli attuali metodi normativi di riferimento. Inoltre, insieme all'Università di Firenze e al CNR-IVALSA ed in collaborazione con la Sezione legno di Assoimprenditori Alto Adige è stato fatto un significativo lavoro di sinergia che evidenzia le peculiarità innovative delle travi Uso Fiume e Uso Trieste”.

L'affidabilità strutturale di questi assortimenti (Uso Fiume e Uso Trieste) è suffragata, infatti, da solide basi scientifiche. Nel 2007, infatti, la Sezione legno di Assoimprenditori Alto Adige, con il contributo dei produttori di travi Uso Fiume ed Uso Trieste dell'Alto Adige e delle province limitrofe, aveva avviato un progetto per valorizzare tale prodotto e promuoverne un maggiore utilizzo nel settore delle costruzioni. “All'inizio abbiamo condotto una serie di sperimentazioni per raccogliere per lo più informazioni tecniche da mettere a disposizione dei progettisti. Da subito però si sono dovute orientare tutte le risorse all'analisi normativa al fine di rendere possibile un'eventuale marchiatura CE. Con il raggiungimento del Benestare Tecnico Europeo tali sforzi hanno dato adesso i loro frutti”, commenta con soddisfazione Michele Magagna, Presidente della Sezione legno altoatesina. La lavorazione del tronco per ottenere questi elementi, nonché mantenere in gran parte intatta la fibratura del fusto, consente di conservare migliori caratteristiche meccaniche in virtù della continuità dei tessuti legnosi. Alcune sperimentazioni hanno dimostrato che il valore caratteristico di resistenza a flessione del legname tondo, senza alcun tipo di lavorazione, e non selezionato può essere anche doppio di quello di segati ricavati dagli stessi tronchi (Ranta-Maunus, 1999).

Senza questo lavoro di normazione, si rischiava di non trovare l'adeguato strumento a supporto di queste affermazioni e necessario per l'apposizione del marchio CE che permette di attribuire alle travi Uso Fiume e Uso Trieste adeguati valori caratteristici, così come intuito nei precedenti lavori scientifici svolti su legname tondo.

Il benestare tecnico europeo è attualmente applicabile al legname di abete rosso e abete bianco di provenienza italiana (zona Alpina) e Centro Europea. In seguito, è prevista un'implementazione per permettere la marcatura CE anche del Castagno Uso Fiume di provenienza italiana e francese.

Si profila, quindi, un'importante opportunità per le aziende che producono tali assortimenti e che fino ad oggi hanno partecipato alla campagna prove, contribuendo a sostenerne i relativi costi, a cui viene peraltro riconosciuto il merito di aver creduto nel presente strumento normativo, utile garanzia delle prestazioni meccaniche e metodologia per distinguersi all'interno del mercato italiano, che tende a privilegiare i materiali oggetto di marcatura CE in conformità a quanto previsto dalle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC2008).

(foto courtesy CNR-IVALSA/Lignaconsult srl)
 

MARCATURA CE: SITUAZIONE A FEBBRAIO 2010

 
MARCATURA CE: SITUAZIONE A FEBBRAIO 2010
Scritto da Andrea Zenari
Marcatura CE del legno massiccio per costruzione situazione a Febbraio 2010

L’attuale situazione nella certificazione di prodotto del legno massiccio a sezione rettangolare è legata alla possibilità che una determinata specie legnosa sia classificabile a vista con una regola che sia conforme a quanto previsto dalla norma armonizzata EN 14081-1. Quando la regola è conforme alla norma predetta è necessario che la regola nazionale sia riconosciuta ed inserita nella EN 1912, norma contenitore che assegna alle classi determinate a vista una classe di resistenza meccanica, ad esempio: S10=C24 e STI=C30 ecc. Pertanto le specie legnose provenienti da diverse aree d’Europa e del mondo sono certificabili per la marcatura CE solamente se inserite nella norma EN 1912. Il legname di origine italiana non è ancora stato inserito nella EN 1912 pertanto attualmente non è certificabile per la marcatura CE ai sensi della norma armonizzata EN 14081-1.

In virtù di questo fatto, chi mette nel mercato travi marcate CE realizzate con legname nazionale siano esse a sezione rettangolare sia nei formati Uso Fiume e Uso Trieste, lo fa in modo illegale, pertanto commette un abuso, non legittimato neppure appellandosi alle Norme Tecniche per le Costruzioni che sì precisano l’esclusiva possibilità di classificare ai sensi della UNI 11035 il legname ma non di certificarlo e marcarlo CE.

Quello che è possibile fare ad oggi è l’esclusiva qualificazione del legname nazionale, quale ad esempio legno di castagno, con l’ausilio della qualificazione ministeriale temporanea per le attività di produzione di legno massiccio. Nel caso particolare delle travi Uso Fiume e Uso Trieste è necessario far presente che, come prevede la circolare interpretativa delle NTC 14.01.2008 (Circ. Espl. 2.2.2009 – C11.7.2):

“legno con sezioni irregolari: In assenza di specifiche restrizioni, per quanto riguarda la classificazione del materiale, si potrà fare riferimento a quanto previsto per gli elementi a sezione rettangolare, senza considerare le prescrizioni sugli smussi e sulla variazione della sezione trasversale, purché nel calcolo si tenga conto dell’effettiva geometria delle sezioni trasversali”.

In sintesi quello che si può fare per il legno di castagno ad uso strutturale nel formato Uso Fiume e Uso Trieste è mettere in commercio le travi in modo qualificato come previsto dalle NTC 14.01.2008 entrate in vigore il 01.07.2009: richiedere al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici l’autorizzazione temporanea per i produttori di travi in legno massiccio.

Cosa è necessario fare per qualificarsi presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici?

Effettuare la formazione di Direttore Tecnico di Produzione ed avviare l’iter di qualifica, successivamente si riceverà l’“Attestato di Qualificazione” che è il documento emesso dal Servizio Tecnico Centrale che attesta la positiva conclusione della procedura di qualificazione per materiali e prodotti ricadenti nel caso C di cui al §11.1 delle NTC.

Vanno escluse da questo solamente le seguenti specie legnose: conifere, abeti, larice e pino, che crescono nell’Arco Alpino, in quanto la norma EN 1912 considera applicabile per mezzo della classificazione a vista con la norma DIN 4074-1 i legnami provenienti da queste aree forestali, per le quali sarà possibile fare la certificazione per la marcatura CE ai sensi della norma armonizzata EN 14081-1 e sarà possibile ricevere il “Certificato di Conformità (CE)” ai sensi della CPD, e il documento ha valore legale, rilasciato da un Organismo di Certificazione europeo notificato ai sensi della CPD che attesta la conformità di un prodotto da costruzione alla Specificazione Tecnica Europea (UNI EN o ETA) applicabile. Tale certificato si riferisce al prodotto nei casi di sistema di attestazione della conformità 1+ o 1 ed al Controllo del processo di fabbrica (FPC) nei casi di cui al Sistema 2+ e 2.

Il Gruppo di Lavoro Legno Strutturale dell’UNI, a partire da settembre 2008, ha provveduto a rendere conforme la norma di classificazione a vista nazionale alla EN 14081 per poter finalmente chiedere in questi giorni l’inserimento nella EN 1912. E’ stata in questo periodo conclusa anche una nuova parte della UNI 11035, la parte terza per la classificazione a vista delle travi uso Fiume e Uso Trieste che potranno finalmente essere qualificate con la classificazione a vista e sarà finalmente possibile attribuirne un valore caratteristico ma non sarà possibile marcare CE questi prodotti in quanto non conformi alla EN 14081-1 mentre per questi il Consorzio Servizi Legno Sughero ha intrapreso l’iter di certificazione per la marcatura CE per mezzo di un Benestare Tecnico Europeo. Attualmente è stato possibile definire i valori caratteristici per l’abete mentre è in fase di studio e di test la definizione dei valori caratteristici di castagno. I tempi per portare a compimento il lavoro dei test e della certificazione è stimato in 1 anno. Pertanto dalla fine 2010 inizio 2011 le aziende potranno marcare CE le travi Uso Fiume ed Uso Trieste.



Dott. For. Andrea Zenari

Ispettore Holz Forschung Austria

http://www.lazzarizenari.it/
 

Neues Konsortium für Massivholzbalken „Uso Fiume e Uso Trieste“ gegründet Ziel: Aufwertung und Bewerbung des Produktes im Bausektor

 
Neues Konsortium für Massivholzbalken „Uso Fiume e Uso Trieste“ gegründet Ziel: Aufwertung und Bewerbung des Produktes im Bausektor
Pressemitteilung Assoimprenditori
Die Bezeichnungen „Uso Fiume“ und „Uso Trieste“ stehen für zwei Gattungen von Massivholzbalken, gekennzeichnet durch abgerundete Ecken. Ihren Einsatz finden sie in der Sanierung von historischen Gebäuden sowie in der Gestaltung von Decken und Dachelementen in Neubauten. Dank intensiver Arbeit im Netzwerk - mit dem Dachverband „Assolegno“, dem TIS Bozen, der Universität von Florenz und dem CNR – Ivalsa - wurde kürzlich auf Initiative der Sektion Holz im Unternehmerverband Südtirol das Konsortium „Travi Uso Fiume und Uso Trieste“ in Bozen ins Leben gerufen.

Insgesamt zehn Unternehmen, die größten Produzenten dieser Art von Massivholzbalken in Norditalien, bilden das neugegründete Konsortium. Mit dabei sind auch vier Südtiroler Hersteller: Corradi Legnami GmbH, Damiani-Holz&KO AG, Magagna Legno GmbH und Rema AG. Koordinator des Konsortiums ist der Präsident der Sektion Holz im Unternehmerverband, Michele Magagna. Paolo Bertoni, Cluster Manager des Clusters Holz & Technik im Tis, ist Sekretär des Konsortiums. „Durch die derzeitige Krise schließen sich viele Unternehmen eines Sektors zu strategischen Allianzen zusammen, um geschlossen und gemeinsam die wirtschaftlich schwierigen Zeiten zu überstehen. Der Gründung des Konsortiums „Travi Uso Fiume und Uso Trieste“ liegt zudem der Wunsch der gemeinsamen Bewerbung unserer Produkte zugrunde. Dabei unterstützt das Konsortium uns Produzenten in der Entwicklung neuer Technologien und in der Ausarbeitung neuer Qualitätsstandards“, erklärt Koordinator Magagna.

Das Konsortium verfügt über die Europäische Technische Zulassung (ETA), die gleichzeitig auch Voraussetzung für die CE - Kennzeichnung der Massivholzbalken ist. Die CE - Kennzeichnung wird ab 1. Januar 2012 für Bauholz verpflichtend. Koordinator Michele Magagna ist sehr zufrieden über den aktuellen Stand der Tätigkeit, hat aber klare Ziele für bevorstehende Arbeit vor Augen: „Unser Ziel ist es, den Einsatz der Massivholzbalken bei Neubauten und Umbauarbeiten zu vergrößern“.

Wissenschaftliche Daten belegen die Verlässlichkeit der Massivholzbalken der Gattung „Uso fiume“ und „Uso Trieste“. Bereits im Jahr 2007 hat der Unternehmerverband ein gemeinsames Forschungsprojekt zwischen den heimischen Holzbalkenproduzenten „Uso Fiume und Uso Trieste“ sowie jenen der benachbarten Provinzen ins Leben gerufen. „Zu Beginn konzentrierte sich die Projekttätigkeit hauptsächlich auf das Sammeln technischer Informationen, die wir dann den Projektanten und Technikern zur Verfügung gestellt haben. Ziemlich schnell haben wir uns zum Ziel gesetzt, die CE Kennzeichnung zu erlangen. Mit dem Erhalt des „Benestare Tecnico Europeo“ wurde unser Einsatz belohnt und nun können wir in eine hoffentlich erfolgreiche Zukunft blicken“, erklärt Michele Magagna.
Neues Konsortium für Massivholzbalken „Uso Fiume e Uso Trieste“ gegründet Ziel: Aufwertung und Bewerbung des Produktes im Bausektor
 

Norme e Certificazioni

 
Norme e Certificazioni
La qualitá è il nostro obbiettivo. Attraverso il lavoro coscienzioso dei nostri collaboratori in ogni fase della lavorazione vogliamo garantire un prodotto sicuro e di elevate prestazioni, monitorando attentamente i requisiti strutturali del prodotto nei vari momenti della produzione, dall’assortimento del legname in entrata fino all‘ultimazione del prodotto.

I risultati delle attivitá di ricerca svolte negli anni passati hanno portato all’elaborazione di dati caratteristici inseriti nella norma Uni 11035-3; ed ad un Benestare Tecnico Europeo (ETA 11/0219).
 

Prove di resistenza meccanica di travi Uso Fiume in larice

 
Prove di resistenza meccanica di travi Uso Fiume in larice
Il progetto si prefigge l’obiettivo di migliorare l’utilizzazione della materia prima di produzione alpina attraverso una valorizzazione della qualità del legname, in particolare di larice (Larix decidua Mill.).


Le attivitá di ricerca approfondiranno i valori di resistenza meccanica di travi in legno massiccio Uso Fiume in larice.
Il progetto viene svolto in collaborazione con la Rete di imprese Uso Fiume ed Uso Trieste, il Cluster Legno & Tecnica del TIS innovation park di Bolzano, lo studio tecnico lignaconsult di Bolzano, l'Isituto per la valorizzazione delle specie arboree CNR-IVALSA di San Michele (TN), l'azienda MICROTEC di Bressanone. Il progetto é cofinanziato dal Programma di Sviluppo Rurale della Provincia Autonoma di Bolzano in collaborazione con la Ripartizione Provinciale Foreste dell'Alto Adige.

Durata del progetto: 04/2012 - 06/2013
 

Scommettere sull’aggregazione quale fattore di crescita e sviluppo / Aziende del settore legno costituiscono la prima Rete d’impresa in Alto Adige

 
Scommettere sull’aggregazione quale fattore di crescita e sviluppo / Aziende del settore legno costituiscono la prima Rete d’impresa in Alto Adige
Comunicato stampa Assoimprenditori
Accrescere la propria capacità di penetrazione sui mercati nazionale ed internazionale, mediante attività di rappresentanza degli interessi comuni nei confronti delle autorità e degli enti pubblici o privati e la ricerca di soluzioni ai problemi connessi a tutti gli aspetti della produzione e la qualità del prodotto che hanno in comune: con questo obiettivo dieci aziende locali del settore legno hanno costituito la “Rete Uso Fiume ed Uso Trieste”, la prima rete di impresa dell’Alto Adige. Il relativo contratto di rete, che è stato messo a punto grazie alla consulenza legale di Assoimprenditori Alto Adige ed il sopporto organizzativo del Cluster “Legno & Tecnica” del TIS di Bolzano, è stato firmato recentemente davanti al Presidente del Consiglio notarile di Bolzano, Notaio Walter Crepaz.

Le aziende, che per la maggior parte sono delle province di Bolzano e di Trento, sono tutte specializzate nella produzione di particolari tipi di travature, chiamate appunto “Uso Fiume ed Uso Trieste”. Tali elementi strutturali, che coniugano tradizione ed innovazione, vengono utilizzati nella realizzazione di tetti, coperture, solai ed altri impieghi di carpenteria.
Con la stipula del contratto di rete questo gruppo di aziende si è impegnato a svolgere attività comuni allo scopo di migliorare le qualità tecniche delle travi “Uso Fiume ed Uso Trieste” attraverso la ricerca, di promuovere ed informare il consumatore finale, i progettisti ed i commercianti sulle caratteristiche tecniche e le applicazioni pratiche del prodotto.
Rappresentante pro tempore della rete è stato nominato il Presidente della Sezione legno di Assoimprenditori, Michele Magagna (Magagna legno Srl).

La “Rete Uso Fiume ed Uso Trieste” rappresenta la più recente tappa nel percorso di collaborazione tra i produttori di travi Uso Fiume ed Uso Trieste dell’Alto Adige e delle province limitrofe, iniziato alcuni anni fa. Nel 2007, infatti, la Sezione legno di Assoimprenditori Alto Adige aveva avviato un progetto per valorizzare tale prodotto e promuoverne un maggiore utilizzo nel settore delle costruzioni. “All’inizio abbiamo condotto una serie di sperimentazioni per raccogliere per lo più informazioni tecniche da mettere a disposizione dei progettisti. Tali prove scientifiche, condotte insieme all’Università di Firenze ed al CNR-IVALSA di San Michele all’Adige, ci hanno garantito l’affidabilità strutturale delle travi ‘Uso Fiume e Uso Trieste’. Da subito ci siamo poi posti l'ambizioso traguardo della marchiatura CE per questi prodotti. Nell’estate 2011, con il raggiungimento del Benestare Tecnico Europeo (ETA), rilasciato dall’EOTA (European Organization for Technical Approval), abbiamo raggiunto questo obbiettivo. Importanti risultati ci attendiamo adesso anche dalla rete”, commenta con soddisfazione Michele Magagna, Presidente della Sezione legno altoatesina.

La “Rete Uso Fiume ed Uso Trieste” è formata dalle seguenti aziende: Corradi Legnami Srl (Bressanone), Damiani - Holz&Ko Spa (Bressanone), Gualdi Legnami Snc (Condino), Magagna Legno Srl (Bressanone), Mihelcic Legnami Snc (Lavis), Mori Legnami Srl (Piacenza), Rema Spa (Monguelfo), Ruatti Legnami Srl (Rabbi), Segna Legnami Snc (Rovere della Luna) e Vender Legnami Srl (Mezzocorona).
Scommettere sull’aggregazione quale fattore di crescita e sviluppo / Aziende del settore legno costituiscono la prima Rete d’impresa in Alto Adige
 

TIS-Comitato Tecnico Uso Fiume ed Uso Trieste (dt.)

 
TIS-Comitato Tecnico Uso Fiume ed Uso Trieste (dt.)
a cura di Arnold Karbacher
 

TIS-Nuovo Consorzio di qualitá Uso Fiume ed Uso Trieste (dt.)

 
TIS-Nuovo Consorzio di qualitá Uso Fiume ed Uso Trieste (dt.)
a cura di Iris Pahl
Download
 

TIS-Rete di Imprese per l'Uso Fiume ed Uso Trieste (dt.)

 
TIS-Rete di Imprese per l'Uso Fiume ed Uso Trieste (dt.)
a cura di Paolo Bertoni
 

TRAVI DI CASTAGNO USO FIUME E A SPIGOLO VIVO: QUALE MARCATURA CE?

 
TRAVI DI CASTAGNO USO FIUME E A SPIGOLO VIVO: QUALE MARCATURA CE?
Scritto da Andrea Zenari
Le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) prevedono al capitolo 11.1 che ogni prodotto, impiegato nelle costruzioni, sia messo in conformità a cura del produttore secondo una norma armonizzata formulata in seguito ad un mandato CEN previsto dalla CPD 89/106, oggi è in via di sostituzione da parte del nuovo CPR 2011/305. In ogni caso le NTC prevedono che le travi di castagno, essendo esso legno massiccio con funzioni strutturali, sia messo in conformità alla UNI EN 14081-1:2005+A1:2011. Il titolo della norma è “Legno strutturale con sezione rettangolare classificato secondo la resistenza” e lo scopo della norma specifica “i requisiti del legno strutturale con sezione rettangolare classificato a vista e a macchina, sagomato mediante sega, pialla o altri metodi e avente scostamenti rispetto alle dimensioni di destinazione corrispondenti alla EN 336”. E’ necessario a questo punto precisare che chi ha scritto la norma ha definito, e quindi distinto, con “sezione rettangolare” tutte le travi che non hanno sezione circolare di cui si occupa una norma in fase di studio. La classificazione a vista applicabile è dettata dalla UNI 11035:2010 per il castagno di origine Italia quindi per tutte le travi ottenute da tronchi ottenuti da alberi cresciuti in Italia. A tale riguardo i delegati Italiani al TG1 del CEN 124 hanno presentato nel 2010, al gruppo di lavoro europeo, il documento di analisi statistica del comportamento delle diverse specie che crescono in Italia, tra queste anche il castagno, e sono stati valutati con esito positivo nella riunione del 16-17 febbraio 2011 ed è stato inserito nella nuova revisione della norma UNI EN 1912, oggi in fase di stampa.

Visto che nel mercato italiano le travi di castagno non sono commercializzate esclusivamente nel formato con spigolo vivo, bensì nel formato denominato comunemente “uso fiume”; nel caso in cui lo smusso sia entro i limiti, è necessario tener conto che le norme UNI EN 14081 e la UNI 11035 prevedono un limite di smusso concesso su tutta la lunghezza del segato per un massimo di 1/3 della larghezza di ogni faccia, limite che può anche essere la somma degli smussi presenti su entrambi gli spigoli della stessa faccia.

Dato questo potenziale limite, soprattutto là dove per motivi architettonici è richiesto ed apprezzato uno smusso maggiore del limite, le NTC presentano differenti possibilità che lasciano la libera interpretazione ai produttori in quanto sono i veri responsabili della marcatura CE del prodotto. A tale riguardo sia nel settore delle travi in legno di abete che di castagno sono nati dei consorzi ad hoc che hanno provveduto alla formulazione del CUAP (common understanding assessment procedures) avente il codice di matricola 03.24/22 e successivamente alla formulazione di una ETA (european tecnical appoval/benestare tecnico europeo) con lo scopo di mettere in conformità i segati, più precisamente le travi, ad uso strutturale nel formato tipico italiano denominato “uso fiume” che hanno uno smusso maggiore al limite su descritto di 1/3 della larghezza delle facce e la provenienza dei tronchi può essere sia italiana che francese. Questi possono essere definiti, come travi a sezione quadrata o rettangolare ottenuti da un tronco mediante squadratura meccanica, continua e parallela dal calcio alla punta su quattro facce a spessore costante con smussi e contenenti il midollo. La precisazione fatta nel CUAP è relativa allo smusso che si deve essere costituito nel modo seguente: superficie arrotondata originale del tronco, con o senza corteccia, eventualmente regolarizzata tramite lavorazione meccanica con l’asportazione di non più di 5 mm sotto corteccia, che raccorda due facce contigue dell’elemento ligneo. Limite molto restrittivo ma che deriva dal fatto che la maggior resistenza meccanica delle travi uso fiume sta proprio nella continuità della fibra nelle parti arrotondate.

Una precisazione è dovuta anche sotto l’aspetto della sezione che dovrà considerare il progettista nella verifica statica che in entrambi i casi, sia che si applichi la UNI EN 14081 o la nuova ETA sarà sempre la sezione nominale (senza ricorrere alla maggiorazione di sezione come previsto per quei produttori che hanno applicato il punto 11.7.2 della circolare alle NTC).

Il profilo resistente previsto per entrambe le norme è la classe di resistenza D24 (EN 338).

Confronto tra UNI EN 14081 e ETA per la conformità del castagno uso fiume (immagine):

http://www.lazzarizenari.it/
TRAVI DI CASTAGNO USO FIUME E A SPIGOLO VIVO: QUALE MARCATURA CE?
 

Travi in legno, collabora anche il Cnr

 
Travi in legno, collabora anche il Cnr
Corriere dell'Alto Adige
“Uso Fiume” e “Uso Trieste” sono i nomi tecnici di due particolari tipi di travi in legno massiccio, con angoli arrotondati, ottenute da piante intere, che vengono utilizzate per la realizzazione e ristrutturazione di solai e coperture. Grazie ad un significativo lavoro di rete di impresa, che su iniziativa della Sezione legno di Assoimprenditori Alto Adige ha coinvolto vari enti ed aziende del nord d’Italia e tra l’altro anche l’Associazione nazionale Assolegno, il TIS di Bolzano, l’Università di Firenze ed il CNR – Ivalsa, alcune settimane fa a Bolzano si è costituito ufficialmente il “Comitato Tecnico Travi Uso Fiume e Uso Trieste”, con l’obiettivo di valorizzare tale tradizionale prodotto italiano e promuoverne l’utilizzo in particolare tra i progettisti. Del Comitato Tecnico fanno parte complessivamente dieci aziende di cui quattro della Sezione legno altoa-tesina: Corradi Legnami Srl, Damiani-Holz&KO Spa, Magagna Legno Srl e Rema Spa. A coordinare il Comitato Tecnico è stato chiamato Michele Magagna, attuale Presidente della Sezione legno di Assoimprenditori Alto Adige. “I tempi difficili che stiamo passando stanno portando le aziende di tutti i settori a consorziarsi per superare la crisi. Il consorzio- spiega il Coordinatore Magagna- ci consentirà, quindi, di investire in nuove tecnologie e in qualità."
 

Travi Uso Fiume & Uso Trieste

 
Travi Uso Fiume & Uso Trieste
a cura di Thomas Schrentewein e Michele Girardi
Il progetto per la promozione delle travi Uso Fiume e Uso Trieste

Nonostante la forte presenza del legno lamellare, delle travi bilama e del massiccio giuntato a pettine, le travature Uso Fiume (UF) e Uso Trieste (UT) hanno oggi in Italia una crescente importanza nell’edilizia del legno. Il nostro Paese è forse uno dei pochi in Europa dove esiste un continuo interesse sia per la tecnologia di produzione che per le applicazioni di questo tipo di travi. Oltre al settore degli interventi di restauro, oggi la richiesta punta anche sulla nuova costruzione grazie alla sensibilità dei committenti e dei progettisti.
In altri paesi europei invece il mondo del legno massiccio si concentra attorno alle sezioni spigolate e, in casi particolari, al tondame. Entrambi i prodotti vengono fortemente sostenuti dalle normative europee EN 14081 e EN 14544 o da norme dei singoli Stati, come per esempio in Germania dalla norma DIN 4074, parte 1 per il legno spigolato e parte 2 per il legno tondo. Le travi UF/UT trovano persino difficoltà nell’applicazione in questi Paesi, visto che non appartengono né alla categoria degli spigolati né a quella del legno tondo. All’estero l’uso si limita oggi nella maggior parte dei casi alle opere provvisionali o come puntellature per casseforme. Nonostante il fatto che le travature UF/UT rispondano staticamente in modo simile al tondame, non è ammessa l’applicazione delle norme previste per quest’ultima tipologia in quanto prevedono la possibilità di incrementare la resistenza di una percentuale forfetaria, mentre nella lavorazione delle travi UF/UT vengono tagliate gran parte delle fibre esterne con la conseguente diminuzione della resistenza del tronco.

Attualmente la norma italiana UNI 11035 ammette la classificazione delle travature Uso Fiume e Uso Trieste ma a causa dell’eccessivo smusso vengono penalizzate dal punto di vista della attribuzione della categoria. Con questo criterio, infatti, ogni trave rientra automaticamente nella categoria minore, la S3 e ne eredita di conseguenza i bassi valori di resistenza anche se, secondo altri criteri di classificazione, potrebbero essere associate alla classe S2 se non addirittura alla S1. In alternativa è ammessa la riduzione della sezione nominale: “Quando gli smussi superano i limiti di ammissibilità per la sezione rettangolare o quadrata, l’elemento può essere comunque classificato assimilando la sezione nominale al cerchio inscritto nella sezione dell’elemento che presenta la massima smussatura”. Vale a dire che la sezione di riferimento per la verifica potrebbe diminuire fino all’80% e il momento d’inerzia addirittura fino al 60% partendo dalla sezione piena (rettangolo circoscritto). Entrambi gli approcci comportano sezioni di elementi strutturali poco soddisfacenti.
Ma c’è ancora un altro aspetto da mettere in discussione nell’applicazione dell’attuale norma UNI 11035. Già nel suo titolo essa fa esplicito riferimento ai “legnami italiani”, cioè si riferisce a legno ricavato da alberi cresciuti in Italia. L’applicazione di tale norma a legname proveniente dall’estero, anche quando ammissibile, comporterebbe valori di resistenza leggermente inferiori rispetto a quanto prevede la “norma del Paese di provenienza” dell’albero, come ad esempio la DIN 4074 nel caso della Germania.

Per una maggiore diffusione delle applicazioni di travature UF/UT nell’edilizia italiana nonché per aumentarne la competitività rispetto agli altri prodotti di legno, nel 2006 è stato avviato un progetto per la promozione di questa tipologia di trave sostenuto dall’Assoimprenditori della Provincia di Bolzano su iniziativa dell'attuale presidente della sezione legno Michele Magagna insieme a un gruppo di produttori del settore. Attraverso l’Istituto IVALSA di San Michele a/A (TN) è stata condotta una campagna di sperimentazione al fine di “normare” tali prodotti e di dotarli di un benestare tecnico o di nuova norma tecnica. Tutto questo per garantire la marchiatura CE, operazione futura indispensabile da parte delle aziende e per evitare che l’UF e l’UT spariscano dalle liste dei prodotti ammessi dall’edilizia. Nel frattempo sono stati avviati i lavori di revisione della norma UNI 11035 nella quale ci sarà spazio anche per i prodotti Uso Fiume e Uso Trieste.
Contemporaneamente alla sperimentazione e per garantire le caratteristiche qualitative dei prodotti abbiamo definito insieme ai produttori i “criteri di qualità”, così come presumibilmente saranno recepite nella nuova norma.

Travatura Uso Trieste U.T.:

• La Travatura Uso Trieste viene per la maggior parte ricavata da tondo di abete rosso, ma anche da tondo di abete bianco, douglasia, pino e a richiesta larice, opportunamente scortecciato, convenientemente sano, diritto e appositamente selezionato.

• La lavorazione viene eseguita mediante squadratura meccanica (con frese/pialle), continua dal calcio alla punta su quattro lati seguendo la rastremazione del tronco, con riduzione della sezione (sulla base e sull’altezza) inferiore ai 6 mm per ogni metro lineare, con facce contigue ortogonali tra loro e con angoli smussati, grezzi o piallati dal calcio alla punta.

• Tale lavorazione intacca solo superficialmente le fibre legnose garantendo così la continuità della fibra in modo che l’anello di accrescimento che collega due lati piani contigui nella zona più esterna dell’alburno risulti non interrotto, salvo per una pulitura superficiale.

• Ogni sezione della trave deve inoltre rispettare le seguenti caratteristiche:
o la misura della parte rettilinea di ogni lato deve essere pari o superiore al 10% della dimensione minore della sezione convenzionale stessa;
o la distanza tra il centro geometrico della trave e il centro del tronco non deve essere maggiore al 10% della misura minore della sezione convenzionale;
o la differenza tra la misura dell’altezza e quella della base della sezione convenzionale non deve essere maggiore di 2 cm;
Tutto ciò permette di avere un maggior rapporto tra alburno e durame che riduce la tendenza alla fessurazione migliorandone di conseguenza le caratteristiche meccaniche e di resistenza al fuoco.

• Le travature devono essere messe in opera con un’umidità ≤ 20%. Tale accorgimento si rende necessario per evitare eccessive deformazioni per flessione. Nel caso in cui l’umidità in opera risulti superiore a tale valore, la posa delle travature è ammessa solamente se le stesse hanno la possibilità di essiccare e se vengono presi tutti gli accorgimenti per mantenere le deformazioni nei limiti prescritti.

• Le fessure da ritiro sono una caratteristica intrinseca nel legno massiccio con midollo, ma nel caso delle travi Uso Trieste si verifica nella maggior parte dei casi la particolarità di avere fessure simmetriche rispetto all’asse perpendicolare a quello della fessura stessa. Soprattutto nel caso di fessure inclinate per deviazione della fibratura, ciò offre il vantaggio di ristabilire la simmetria nel comportamento meccanico.

• Definizioni e caratteristiche:
- tipologia: trave squadrata conica con smussi grezzi o puliti;
- utilizzo: carpenteria, tetti, coperture, impalcature e armature edili;
- sezione convenzionale: è la sezione del rettangolo circoscritto;
- misurazione: rilevata sulla sezione convenzionale al calcio; ammessa una differenza di +/- 0,25 % per ogni punto di umidità nella larghezza di ogni faccia per ritiro da essiccazione e/o stagionatura;
- dimensioni: sezioni da 8x8 cm a 55x55 cm e superiori, lunghezze da 1 m a 14 m;
- curvatura ammessa su un solo piano con freccia massima pari al 2% della lunghezza;
- materiale di fresca lavorazione, sano, diritto e non attaccato da insetti;
- normativa di riferimento: EN 338, EN 1912, EN 14081, UNI 11035-1 e 2;
- categorie di classificazione: S1, S2 e S3 (UNI 11035-1).

Travatura Uso Fiume U.F.:

• La Travatura Uso Fiume viene per la maggior parte ricavata da tondo di abete rosso, ma anche da tondo di abete bianco, douglasia, pino e a richiesta larice, rovere e castagno, opportunamente scortecciato, convenientemente sano, diritto e appositamente selezionato.

• La lavorazione viene eseguita mediante squadratura meccanica (con frese/pialle), continua e parallela dal calcio alla punta su quattro lati (a sezione costante), con facce contigue ortogonali tra loro e con angoli smussati, grezzi o piallati dal calcio alla punta.

• Tale lavorazione intacca solo superficialmente le fibre legnose garantendo così la continuità della fibra in modo che l’anello di accrescimento che collega due lati piani contigui nella zona più esterna dell’alburno risulti non interrotto, salvo per una pulitura superficiale.

• Ogni sezione della trave deve inoltre rispettare le seguenti caratteristiche:
o la misura della parte rettilinea di ogni lato deve essere pari o superiore al 10% della dimensione minore della sezione convenzionale stessa;
o la distanza tra il centro geometrico della trave e il centro del tronco non deve essere maggiore al 10% della misura minore della sezione convenzionale;
o la differenza tra la misura dell’altezza e quella della base della sezione convenzionale non deve essere maggiore di 2 cm;
Tutto ciò permette di avere un maggior rapporto tra alburno e durame che riduce la tendenza alla fessurazione migliorandone di conseguenza le caratteristiche meccaniche e di resistenza al fuoco.

• Le travature devono essere messe in opera con un’umidità ≤ 20%. Tale accorgimento si rende necessario per evitare eccessive deformazioni per flessione. Nel caso in cui l’umidità in opera risulti superiore a tale valore, la posa delle travature è ammessa solamente se le stesse hanno la possibilità di essiccare e se vengono presi tutti gli accorgimenti per mantenere le deformazioni nei limiti prescritti.

• Le fessure da ritiro sono una caratteristica intrinseca nel legno massiccio con midollo, ma nel caso delle travi Uso Fiume si verifica nella maggior parte dei casi la particolarità di avere fessure simmetriche rispetto all’asse perpendicolare a quello della fessura stessa. Soprattutto nel caso di fessure inclinate per deviazione della fibratura, ciò offre il vantaggio di ristabilire la simmetria nel comportamento meccanico.

• Definizioni e caratteristiche:
- tipologia: trave squadrata a facce parallele, grezza o piallata sui quattro lati con smussi puliti;
- utilizzo: carpenteria, tetti, coperture, impalcature e armature edili;
- sezione convenzionale: è la sezione del rettangolo circoscritto;
- misurazione: rilevata sulla sezione convenzionale al calcio; ammessa una differenza di +/- 0,25 % per ogni punto di umidità nella larghezza di ogni faccia per ritiro da essiccazione e/o stagionatura;
- dimensioni: sezioni da 8x8 cm a 50x50 cm e superiori, lunghezze da 1 m a 14 m;
- curvatura ammessa su un solo piano con freccia massima pari al 2% della lunghezza;
- materiale di fresca lavorazione, sano, diritto e non attaccato da insetti;
- normativa di riferimento: EN 338, EN 1912, EN 14081, UNI 11035-1 e 2;
- categorie di classificazione: S1, S2 e S3 (UNI 11035-1).

Una delle caratteristiche più importanti delle travi Uso Fiume e Uso Trieste è la limitata dimensione dello smusso, come definito nei rispettivi criteri di qualità. Le parti interessate da smussi possono essere lavorate superficialmente lasciandone inalterato l’aspetto naturale tondeggiante e senza intaccarne le fibre portanti. I produttori chiamano tale lavorazione “puliti o piallati in bianco”. Travi con smussi “artificiali” ricavati da sezioni spigolati non sono conformi né ai criteri di qualità sopra descritti né ai requisiti della futura norma relativa alle travature UF/UT e pertanto non potranno ottenerne la denominazione.

La sperimentazione presso l'istituto IVALSA di San Michele a/A (TN) è partita nel 2007 con prove di flessione su un totale di 243 travi UF/UT per ricavare dati sulla resistenza meccanica, sul modulo elastico e sulla massa volumica. Nell’estate 2008 è seguita un’ulteriore campionatura con un totale di 98 provini per i due tipi di trave.
Si è proceduto prima di tutto con la classificazione a vista di tutti i provini secondo le norme UNI 11035-2 e DIN 4074. Trascurando il criterio per lo “smusso”, su un totale di 341 provini, 291 sono rientrati nella categoria S1 (ovvero S13 secondo la DIN 4074) e 50 nella categoria S2 (S10 secondo la DIN 4074).

In seguito sono state misurate le grandezze fisiche di massa volumica e umidità. La prima è stata determinata pesando e cubando tutte le travi sulla base della sezione effettiva in mezzeria e della lunghezza effettiva. Il volume così ottenuto è stato moltiplicato per un coefficiente di forma pari a 0,922 (ricavato cubando per sezioni un campione di travi sia UF che UT) ottenendo in tal modo il volume effettivo della trave, al netto degli smussi e della rastremazione. Il rapporto fra la massa e il volume effettivo esprime la massa volumica media ρ di ciascuna trave:

ρ= M/V [kg/m3]

L’umidità del legno è stata rilevata tramite un misuratore elettrico a resistenza con elettrodi a gambo isolato. Le condizioni standard fanno riferimento ad un’umidità del campione pari a 12%; per valori diversi le varie grandezze fisiche e meccaniche sono state corrette secondo quanto indicato dalla norma.
Terminata la classificazione e il rilievo delle grandezze fisiche si è proceduto con l’esecuzione delle prove ai fini della determinazione di alcune proprietà meccaniche.
Le prove sui campioni sono state condotte in conformità alla norma UNI EN 408:2004 adottando uno schema di carico a quattro punti e per ciascuna prova, tramite un sistema di acquisizione dei dati, sono stati registrati il carico applicato e la deformazione in mezzeria, così come illustrato nella figura seguente.

Dall’elaborazione dei dati sono stati ricavati, per ciascuna trave, il valore del modulo di elasticità globale Em,g e, per le prove condotte fino a rottura, il valore di resistenza a flessione fm.
Si sono determinati i valori caratteristici delle varie grandezze: tre di essi, modulo elastico, resistenza a flessione e massa volumica, sono stati ricavati elaborando direttamente i dati sperimentali mentre gli altri sono stati determinati in funzione dei primi.
Dal modulo di elasticità globale di ciascun provino si è prima di tutto ricavato quello locale attraverso la seguente espressione: (formula)
ed in seguito il valor medio per ciascun campione, corretto per tenere conto del diverso contenuto di umidità rispetto alla condizione di riferimento.
Infine si è determinato il valore caratteristico E0,mean come media pesata sul numero di provini di ciascun campione, (formula)

Per quanto riguarda la resistenza a flessione, si sono ricavati innanzitutto i valori 5-percentili per ciascun campione f05, se ne è fatta la media pesata in funzione del numero di pezzi di ciascun campione ed infine si è calcolato il valore caratteristico con la seguente relazione: (formula)
dove ks è un coefficiente di correzione per il numero di campioni e per la loro numerosità mentre kv tiene conto della modalità di classificazione a vista o a macchina.
Per la resistenza a flessione non è prescritta alcuna correzione per l’umidità.
Per quanto riguarda infine la massa volumica, per ciascun campione sono stati determinati la media , lo scarto quadratico medio s e da questi il valore 5-percentile con la seguente (formula)

La massa volumica caratteristica rk è data dalla media dei valori di 5-percentile pesati sul numero di provini di ciascun campione, ossia: (formula)

Dalle grandezze principali si sono ricavate quelle derivate, per esempio ft,0,k, fc,0,k, ecc.

La particolarità inoltre di avere una sezione variabile lungo la trave pone un problema per la verifica statica; per facilitarne il calcolo nella pratica ingegneristica si farà riferimento alla sezione convenzionale, cioè del rettangolo circoscritto. A confronto con le sezioni spigolati si ottengono ovviamente valori meccanici leggermente più bassi, mentre quegli “effettivi” risultano più alti, come dimostra il seguente raffronto tra le prove UF/UT 2008 per la categoria S1: (tabella)

Parallelamente a questa campagna di indagine è stata condotta una prova di vibrazione libera longitudinale attraverso la quale è possibile ricavare un valore di modulo elastico dinamico effettivamente rappresentativo della qualità media dell’elemento di legno strutturale. La prova è stata eseguita dalla ditta MICROTEC mediante il sistema VISCAN in grado di leggere la frequenza longitudinale fondamentale che rappresenta la risposta della trave a un’eccitazione ottenuta mediante percussione meccanica su una delle testate della trave stessa.

Concludendo possiamo affermare, che l’avvio del progetto di promozione UF/UT dell’Assoimprenditori della Provincia di Bolzano insieme alla sperimentazione presso l'istituto IVALSA è un importante passo per non perdere l’occasione di costruire in legno con una tipologia di lunga tradizione. La strada è avviata – adesso tocca ai professionisti e ai committenti accogliere la proposta.



Travi Uso Fiume & Uso Trieste
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Travi Uso Fiume & Uso Trieste - Stato Attuale del Progetto di Ricerca

 
Travi Uso Fiume & Uso Trieste -  Stato Attuale del Progetto di Ricerca
a cura di Thomas Schrentewein
Travi Uso Fiume & Uso Trieste: stato attuale del progetto di ricerca

In seguito ad un’approfondita ricerca con ormai più di 500 travi Uso Fiume e Uso Trieste, sottoposte a prove di carico, si è definita la rotta che bisogna seguire per la concezione della futura normativa.
Per la tematica in oggetto, la commissione UNI competente in materia si è riunita ormai più volte e di recente si sono intensificati i lavori di stesura della nuova Parte 3 della revisionata norma UNI 11035, unicamente dedicata alle travi Uso Fiume e Uso Trieste.
Nella nuova Parte 3 della norma per le travi UF/UT vengono adottati in gran parte i “criteri di qualità” così come sono stati pubblicati in Tetto & Pareti, edizione dicembre 2008.
Per una maggiore comprensione si riportano le principali definizioni che caratterizzano le travi UF/UT:

1) Smussi: ammessi fino al 90% su ogni lato della sezione

2) Eccentricità: ammessa fino al 10% su ogni lato della sezione

3) Differenza base-altezza: ammessa fino a 2 cm su ogni lato della sezione

Al momento, la ricerca sulle travi UF/UT, sostenuta dall’Assoimprenditori della Provincia di Bolzano risulta la prima iniziativa di sperimentazione su elementi lignei di simile tipologia in Europa. Visto le diverse provenienze dei campioni, tuttavia, i risultati potranno interessare anche una futura norma europea. Infatti, le travi sottoposte a prove giungono da vari paesi: dalla Germania con due provenienze regionali diverse, dal Belgio, dall’Austria e dal nostro Paese anche con due provenienze regionali diverse. Per la parte delle travi UT sono state fornite 6 campionature di provenienza diversa e con un totale di 284 provini che sono stati sottoposti alle prove. Allo stesso modo sono state esaminate quasi lo stesso numero di travi UF, nello specifico 220 provini da 5 provenienze diverse. Un campione di travi UF non è stato preso in considerazione, per l’esito finale, in quanto insufficiente per numero di provini (39, invece di 40) secondo norma EN 384. In conclusione per le travi UF sono stati valutati solo 181 provini di 4 campionature. Di tutti i provini forniti, per un totale di 507, ne sono stati esclusi 3 che non erano classificabili.

Giunti al termine del programma di sperimentazione e all’intensa elaborazione di tutti i dati si è deciso di non distinguere le travi UF/UT nelle rispettive categorie S1 e S2. Questo modo di procedere è motivato dal fatto che l’80% delle travi fornite rientravano nella categoria S1 ed inoltre dal fatto che qualche trave, classificata S2, ha addirittura portato a valori di resistenza maggiori rispetto alle travi in categoria S1. Di conseguenza per le travi Uso Fiume e Uso Trieste esisterà in futuro solo un’unica categoria di riferimento che corrisponderà alla classe di resistenza C30, caratteristiche meccaniche correlate alla sezione effettiva. Valutando la sezione convenzionale invece, sia per le travi UF che per le travi UT si hanno valori quasi simili per le resistenze a flessione, che riportano alla classe di resistenza C27. Si ricorda che la sezione convenzionale è definita come la sezione del rettangolo circoscritto ed è il parametro geometrico di riferimento del prodotto.
Il progetto di ricerca ha portato alla luce due importanti risultati:
1) Le travi UF hanno, rispetto alle travi UT, un modulo di elasticità maggiore di 1100 MPa e se si fa riferimento alla sezione convenzionale la differenza risulta ancora più ampia, cioè di 2500 MPa. Questo risultato non sorprende, visto che le travi UT sono caratterizzate da notevoli smussi in sezione, cosa che influisce notevolmente sulla riduzione del momento d’inerzia.
2) Per quanto riguarda i risultati riguardanti la resistenza a flessione, le travi UT rivelano prestazioni migliori se confrontate con le travi UF, nonostante si tenga conto del fatto che si sia utilizzato per quest’ultime un coefficiente ks (coefficiente di correzione per il numero di campioni e per la loro numerosità) relativo a provini di solo 4 campionature e quindi minore di 1. La resistenza a flessione al frattile del 5% ha raggiunto per le travi UT un valore di 37,2 N/mm2 (ks=1), mentre per le travi UF un valore di 31,8 N/mm2 (ks=0,947). I buoni risultati per i valori di resistenza ottenuti sono attribuibili in parte ad un’altra particolarità. Per due campioni di travi UT con un totale di 113 provini sono stati determinati i valori del modulo di elasticità locale tenendo conto della variazione del momento d’inerzia lungo l’asse della trave. Per ricavare il modulo locale di elasticità è stata calcolata la deformazione teorica in mezzeria, il rapporto tra la deformazione teorica e quella misurata permette di ricavare il modulo di elasticità locale. Questo procedimento ha evidenziato dei valori del modulo di elasticità abbastanza realistici, che risultano anche leggermente più alti in confronto ad una valutazione con il momento d’inerzia costante lungo la trave. Questa procedura non è applicabile per le travi UF in quanto queste hanno sezione costante lungo l’asse.

Questi risultati fanno parte di un’intensa e pluriennale sperimentazione di ricerca sulle travi UF/UT che sta portando risposte concrete per la stesura di una nuova normativa il cui obbiettivo è dare strumenti di classificazione per tale prodotto al fine di renderne possibile la futura marchiatura CE, obbiettivo che garantirebbe la rivalutazione delle travi UF/UT.
I buoni risultati fino ad ora ottenuti confermano che l’obbiettivo è prossimo ad essere raggiunto.
Travi Uso Fiume & Uso Trieste -  Stato Attuale del Progetto di Ricerca
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Travi Uso Fiume e Uso Trieste, al via il Comitato Tecnico

 
Travi Uso Fiume e Uso Trieste, al via il Comitato Tecnico
a cura di Andrea Brega
Il 14 settembre sarà ricordato come uno dei momenti più significativi per il legno massello grazie a un grande lavoro di rete di impresa. Ieri, infatti, si è riunito a Bolzano per la prima volta il Comitato Tecnico Travi Uso Fiume ed Uso Trieste di Conlegno, che ha definito la struttura che avrà il compito di coordinare le attività di marcatura CE per le travi UF ed UT.

Alla presenza dei rappresentanti delle dieci aziende che hanno favorito il riconoscimento della EOTA (e al cui ottenimento ha contribuito Assoimprenditori Bolzano con la collaborazione di Assolegno e Conlegno) è stato eletto il consiglio direttivo: Michele Magagna (Magagna Legno), coordinatore; Claudio Segna (Segna Legnami), Gianmarco Gualdi (Gualdi Legnami), Franz Willeit (Rema), Moreno Vender (Vender Legnami), consiglieri; Paolo Bertoni (TIS Innovation Park), segretario; Marco Luchetti (Assolegno), segreteria tecnica.

Dopo la conferma di Bolzano come sede operativa, Magagna ha presentato il marchio (che a breve sarà registrato a livello europeo), le iniziative che verranno proposte alla prossima MADE expo per promuovere l'attività del Comitato (campioni di travi Uso Fiume ed Uso Trieste, video sulla produzione…) e il programma dei corsi di aggiornamento tecnico per gli operatori delle imprese che dalla metà di novembre saranno organizzati a Bressanone, Mezzocorona e Verona.
A Thomas Schrentewein (LignaConsult) è toccato il compito di presentare il programma per il calcolo statico della travi, che consentirà alle aziende di progettare e lavorare velocemente per la realizzazione di manufatti in Uso Fiume ed Uso Trieste in legno massello. Uno strumento sicuramente efficace che sarà promosso anche tramite il sito internet di prossima realizzazione, a cui spetterà anche il compito di fare conoscere a progettisti, architetti e consumatori finali le travi UF ed UT, prodotti che da secoli fanno parte della tradizione costruttiva italiana e che da oggi, grazie alla certificazione CE, possono tornare a crescere.
Estremamente positivi i commenti all'iniziativa che, va ricordato, per la prima volta, consente a un ente italiano di certificare prodotti in legno strutturale.

“Sono certo che la scelta è stata giusta perché stiamo parlando di un prodotto tipicamente italiano. Il mercato chiede un prodotto a norma, quindi finalmente possiamo lavorare con maggiore tranquillità, in quanto gli operatori edili hanno la necessità di lavorare con prodotti facilmente calcolabili”, ha sottolineato Franco Mori (Mori Legnami). “E' un progetto molto serio che darà nuovamente valore a un prodotto che negli ultimi anni ha perso terreno nei confronti di prodotti ingegnerizzati”, ha aggiunto Fausto De Marco (Damiani-Holz&KO). “Sono convinto che grazie a questa iniziativa le nostre aziende avranno nuove opportunità di crescita. Disporre di uno strumento di calcolo ci consentirà di recuperare terreno nei confronti dei nostri concorrenti. Sicuramente dobbiamo lavorare ancora molto, soprattutto in Italia dove in alcune regione l'Uso Fiume non è ancora conosciuto e utilizzato, ma sono fiducioso”, il commento di Franz Willeit (Rema), mentre secondo Moreno Vender (Vender Legnami): “Bisognerà continuare a lavorare in un'unica direzione per promuovere il nostro prodotto e farlo utilizzare maggiormente dai costruttori”.

“Dobbiamo investire e promuovere il massello perché, soprattutto nella ristrutturazione, possiamo giocare un ruolo di primo piano”, secondo Claudio Segna (Segna Legnami), così come per Massimo Corradi (Corradi Legnami) bisognerà spingere con sempre maggiore convinzione nella formazione ai progettisti in quanto “le travi UF ed UT sono prodotti “Vecchi che necessitano di essere “riscoperti” nelle sedi di insegnamento. Non sarà facile, ma sono certo che ci riusciremo”.
Ottimista anche Andrea Nardon (Mihelcic Legnami): “Abbiamo grandi aspettative. Sempre più spesso i clienti ci chiedono la certificazione CE ma, a volte, i progettisti puntano su prodotti alternativi al massello perché più facili da calcolare. Oggi, finalmente, possiamo proporci anche noi con un materiale certificato e veloce da verificare statisticamente”. “Consorziare dieci aziende, unite dall'obiettivo di promuovere un prodotto italiano di grande qualità, è stato un grande successo. Adesso dobbiamo lavorare per fare conoscere i nostri prodotti, ma sono certo che avremo grandi soddisfazioni”, ha aggiunto Elio Ruatti (Ruatti Legnami). Per Gianmarco Gualdi, infine: “L'obiettivo principale è quello di rilanciare un prodotto che non è mai stato promosso più di tanto. Negli ultimi anni abbiamo fatto poco per farlo crescere ma, oggi, grazie alla possibilità di marcare CE le nostre travi possiamo ripartire con maggiore slancio per poter recuperare terreno nei confronti dei prodotti alternativi al massello”.


Foto 1. I partecipanti all'incontro di Bolzano. In primo piano il logo del Comitato Tecnico Travi Uso Fiume e Uso Trieste di ConLegno.

Foto 2 e 3. Momenti dell'incontro del Comitato Tecnico Travi Uso Fiume e Uso Trieste di ConLegno.


Travi Uso Fiume e Uso Trieste, al via il Comitato Tecnico
 

Travi Uso Fiume e Uso Trieste: il progetto di ricerca

 
Travi Uso Fiume e Uso Trieste: il progetto di ricerca
a cura di Thomas Schrentewein
Introduzione
Da sempre le strutture in legno sono state costruite in modo da poter coprire la luce assegnata con il minor impiego di materiale possibile. Al giorno d’oggi questo si ottiene quasi esclusivamente con l’impiego del legno lamellare. Per molti secoli però, la lunghezza disponibile del tronco con la sua rispettiva sezione determinava la luce da coprire, puntando comunque ad un utilizzo efficiente con il minor sfrido. Insieme al tradizionale segato, le travi “Uso Fiume” e “Uso Trieste” costituivano una tipologia di elementi strutturali che consentiva di coprire una maggiore luce nei solai e nei tetti in modo economicamente vantaggioso. Eliminare solo lo stretto necessario dal tronco consente anche il vantaggio di lasciare sul materiale naturale un maggior strato di legno tardivo. Questo valore empirico era conosciuto già secoli fa, prima che vi fosse qualsivoglia normativa tecnica.

Definizione di travi “Uso Fiume” e “Uso Trieste”
In diversi paesi dell’Europa meridionale le travature “Uso Fiume” e “Uso Trieste” vengono ancora oggi utilizzate per la costruzione di solai e tetti. Da qui i nomi italiani del procedimento di taglio “Uso Fiume – UF” e “Uso Trieste – UT”, derivati dalle città portuali Fiume (oggi Rijeka, Croazia) e Trieste (città italiana, prima del 1918 appartenente all’Austria). In entrambi i procedimenti di produzione il tronco, dopo essere stato scortecciato, viene squadrato meccanicamente sui quattro lati in modo tale da formare una sezione quadrata con angoli più o meno arrotondati, denominati nel linguaggio tecnico smussi. La differenza sostanziale tra i due procedimenti consiste nel fatto che nell’Uso Fiume la squadratura avviene parallelelamente all’asse del tronco, mentre nell’Uso Trieste segue la rastremazione del tronco. Quindi la trave UF mostra, dopo la squadratura, i lati opposti paralleli tra loro. La trave UT al contrario, mostra una sezione in diminuzione continua dal calcio alla punta di circa 5 mm per metro. Le travi UF/UT sono disponibili in sezioni trasversali di 8x8 cm fino a 50x50 cm con una lunghezza fino a 16 m.

Perché utilizzare le travi “Uso Fiume” e “Uso Trieste”?
I restauratori conoscono questo tipo di travatura visto che nel risanamento degli edifici nei centri storici le travi UF/UT sono la prima scelta. Ma anche in alcune nuove costruzioni queste vengono utilizzate soprattutto per le parti a vista. Nella progettazione di questi edifici le decisioni vengono prese in base alla sostenibilità e al rendimento in termini economici. Invece di utilizzare materiale pregiato come le travature UF/UT solamente per la casseratura e i ponteggi, esse si potrebbero essere utilizzate come alternativa al legno lamellare, anche su larga scala. Si dovrebbero convincere i committenti e progettisti del fatto che le tipiche fessure che si formano nelle travi UF/UT influenzano solo minimamente le loro caratteristiche meccaniche. La mancanza di parametri sulle caratteristiche del materiale impedisce a molti progettisti di considerare l’impiego delle travi UF/UT per le strutture in legno, qualche volta anche per non doversi offrire come volontari per colmare il vuoto nelle normative.

Base di partenza
Generalmente l’interesse per i prodotti di legno massiccio si è focalizzato in modo inequivocabile sul segato squadrato e più raramente sul legno tondo. Entrambi i prodotti sono stati da sempre “regolamentati” dalle rispettive normative nazionali come la DIN 4074-1 per il segato da costruzione, la DIN 4074-2 per il legno tondo da costruzione e in futuro anche tramite le nuove norme europee EN 14081 e EN 14544. Un utilizzo delle travi UF e UT nel settore delle costruzioni conforme alle norme era comunque pressoché da escludere in passato, in quanto non poteva essere associato al “perfetto” legno lamellare o al legno tondo. Nonostante le travature UF/UT mostrino caratteristiche di resistenza simili al legno tondo, la loro regolamentazione normativa non è permessa per via del taglio parziale delle fibre. Infatti attraverso la squadratura vengono in realtà eliminate alcune delle fibre più resistenti del legno tardivo. E sono proprio queste fibre, che si trovano nella parte esterna del tronco, a conferire al legno tondo una maggiore resistenza rispetto alle travi UF e UT.
Il ricorso alla famosa norma tedesca per il segato da costruzione, la DIN 4074-1, non è consigliabile per le travi UF/UT, poiché il criterio degli smussi (vedi paragrafo 5.6) nel migliore dei casi ammette la categoria S7 e S10. E inoltre non dovrebbe interessare più di 3/4 di un lato della sezione dello smusso. Le travature UF/UT hanno in ogni caso uno smusso su entrambi i lati e perciò, per esempio, una sezione di legno di 16 cm di larghezza non deve presentare più di due smussi di rispettivi 2 cm. Nel caso di maggiore smusso, la sezione non apparterrebbe più alla categoria S7, nonostante i provini potrebbero avere per gli altri criteri una valutazione eccellente. Al contrario, se si trascura la caratteristica dello smusso, allora questa categoria S7 sarebbe in realtà una S13! Come conseguenza la trave UF/UT verrebbe classificato secondo DIN 4074 solo nelle classi inferiori C16 e C18 secondo EN 338.
La normativa italiana di classificazione UNI 11035, edizione 2003, conteneva un primo abbozzo che prendeva in considerazione la travatura “Uso Fiume” e “Uso Trieste”. A causa dell’alta percentuale di smussi anche qui ogni sezione rientrava a priori nella categoria S3, paragonabile alla S7 secondo la DIN 4074. Per contro le rispettive caratteristiche meccaniche rientrano nella classe di resistenza C16. Come alternativa è stato tuttavia ammesso un metodo di facile comprensione per la classificazione a vista: “Quando gli smussi superano i limiti di ammissibilità per la sezione rettangolare o quadrata, l’elemento può essere comunque classificato assimilando la sezione nominale al cerchio inscritto nella sezione dell’elemento che presenta la massima smussatura”. Se si paragona, seguendo questo procedimento, la sezione nominale circoscritta, nel nostro caso un quadrato, con la sezione trasversale del cerchio inscritto all’interno dello smusso più grande, allora risulterà, nel caso più estremo di una sezione, la superficie di circa 80%, ma il momento d’inerzia sarà solo il 60% del quadrato inscritto. Le caratteristiche della sezione trasversale delle travi UF/UT si muovono tra questi due parametri avvicinandosi più però a un quadrato che a un cerchio. Già da questo esempio si nota la difficoltà nel determinare la sezione di riferimento. Molti calcoli comparativi effettuati su travi a flessione hanno dato alla fine risultati insoddisfacenti anche con il metodo del cerchio inscritto, tanto più che la maggiore resistenza del legno tardivo non è stata considerata. Non essendoci stato alcun criterio in Italia per la classificazione del legno massiccio prima dell’edizione della norma UNI 11035 del 2003, questo primo accenno che prende in considerazione la trave UF/UT è stato senz’altro degno di lode.

Il progetto di ricerca
Alla luce di queste premesse, nel 2006 è stato avviato un progetto per incentivare la travatura UF/UT, con l’obiettivo di raggiungere un utilizzo più vasto nel settore delle costruzioni. La Assoimprenditori della Provincia di Bolzano, sezione legno, con l’appoggio della Federazione italiana Assolegno, ha dato vita a questa iniziativa. Inizialmente si è trattato più dell’elaborazione di informazioni tecniche per responsabili e progettisti. Da subito però si sono dovute orientare tutte le risorse all’analisi normativa al fine di rendere possibile un’eventuale marchiatura CE secondo EN 14081. Dovendo adeguare la “vecchia” UNI 11035, a seguito del programma di armonizzazione europea (EN 1912 – Legno strutturale – Classi di resistenza – Assegnazione delle categorie visuali e delle specie), c’è stata finalmente la possibilità di dedicare una parte delle norme rielaborate anche alle travi UF/UT. Da giugno 2007 ad aprile 2009, presso l’Istituto CNR-IVALSA, 507 travi smussate in abete rosso sono state sottoposte a diverse prove di resistenza a flessione al fine di ricavarene le caratteristiche meccaniche. Di queste sono stati previsti 284 provini composti da sei campionature di provenienze diverse per le travi UT e 220 provini di 5 campionature per le travi UF. Dei 507 provini ne sono stati esclusi 3 che non erano classificabili. Le travi sottoposte a prove provengono in ordine di tempo dalle seguenti regioni: Belgio – Regione delle Ardenne, Germania – Plauen Hof, Italia – Val di Fiemme, Germania – Leutkirch in Allgäu, Italia – Alto Adige e Austria – Gmünd. Per i provini sono state fissate una sezione nominale di 15 x 15 cm e una lunghezza totale di 300 cm. In questo modo la luce netta è risultata essere esattamente di 270 cm per la prova di resistenza a flessione su quattro punti secondo EN 408. Tutti i provini sono stati classificati a vista secondo le regole della norma presa come riferimento fino a questo momento UNI 11035. Quasi l’80% dei provini rientravano nella categoria S1, paragonabile a S13 secondo DIN 4074-1, ma senza tenere in considerazione il criterio smussi. Stranamente alcuni provini della categoria S2 (S10 secondo DIN 4074-1) classificati a vista hanno evidenziato valori di caratteristiche del materiale superiori a quelli della categoria S1. Non solo per questo motivo, ma anche per il fatto che alcune campionature della categoria S2 non raggiungevano il numero sufficiente di elementi (40 pezzi), è stata costituita un’unica categoria di riferimento per le travi “Uso Fiume” e “Uso Trieste”.

Prima delle prove di resistenza a flessione sono state rilevate la massa volumica e l’umidità di ogni provino. Per il calcolo della massa volumica i provini sono stati sottoposti a pesatura e misurazione della sezione nominale nella parte centrale della trave e nelle parti frontali. Per avere valori della massa volumica che fossero più precisi possibile, sono state misurate le sezioni effettive ogni 50 cm di una campionatura di travi UF e UT e determinato il loro volume. In rapporto al volume nominale, ovvero la sezione rettangolare inscritta moltiplicata per la lunghezza, in media risulta un “coefficiente di forma” di 0,922. Questo fattore comprende sia l’effetto dello smusso che la rastremazione nel caso delle travi UT. Durante la misurazione dell’umidità non sono state riscontrate grandi deviazioni, tutti i provini si sono attestati intorno al 15%.
Le prove di resistenza a flessione sono state eseguite secondo EN 14081-1 e EN 408 nella configurazione per l’individuazione del modulo di elasticità globale. Insieme al modulo di elasticità globale è stata determinata anche la resistenza a flessione fm.. I risultati delle prove sulle travi UF con i lati paralleli hanno soddisfatto in gran parte le aspettative in quanto la sezione in genere rimane costante per tutta la lunghezza della trave. In questo modo sono stati rispettati anche i criteri relativi alle norme EN 384 e EN 408.
Per quanto riguarda l’Uso Trieste, con sezione non costante, l’indagine delle caratteristiche meccaniche applicando le direttive secondo le norme sopraccitate, non ha dato risultati soddisfacenti. Per questo motivo per le travi UT si è dovuto seguire un altro procedimento. Si è proceduto a definire il modulo di elasticità locale per due campionature con un totale di 114 provini. È stata misurata la deformazione nei punti terzi e in mezzeria. Tutti i provini sono stati sollecitati fino alla rottura dopo aver rimosso i dispositivi di rilevamento.

Per il calcolo del modulo di elasticità locale è stato indispensabile avere un quadro della linea di deformazione il più realistico possibile. Attraverso l’equazione del lavoro si è calcolata una deformazione teorica considerando le caratteristiche effettive della sezione trasversale e un valore unitario per il modulo di elasticità. Il rapporto tra la deformazione teorica calcolata e quella misurata permette di ricavare il modulo di elasticità locale. A causa del momento d’inerzia non costante sulla lunghezza, si è dovuto assumere, tra i punti che corrispondono al terzo della trave, un andamento lineare per poter semplificare le equazioni matematiche.
Come base per i calcoli si sono dovute determinare per prima cosa le caratteristiche geometriche della sezione. A questo scopo sono state ricalcate le sezioni trasversali delle parti frontali su un lucido, digitalizzate e, con l’aiuto di un programma CAD, ricavate le rispettive aree, il baricentro e il momento d'inerzia.
La determinazione del modulo di elasticità locale con questo procedimento ha portato purtroppo a risultati irrealistici e molto differenti tra loro. Le deformazioni non sono state congruenti all’andamento geometrico delle travi UT. Nel punto corrispondente al terzo vicino alla sezione più piccola, la deformazione sarebbe dovuta essere più grande rispetto a quella nel punto vicino alla sezione più grande. Ciò è accaduto però solo nel caso di poche travi UT analizzate. Ottenuti i valori di deformazione in mezzeria si è proceduto ancora una volta all’analisi considerando l’influsso del taglio. Il calcolo della deformazione teorica è stato fatto in conformità a EN 384 con E/16.
Per il controllo dei risultati dell’equazione del lavoro alcuni provini presi a caso sono stati sottoposti a un calcolo comparativo con un software di calcolo strutturale, per verificare i valori della deformazione teorica. La trave con 270 cm di luce netta è stata suddivisa in 30 sezioni ognuna di 9 cm e sono state inserite le rispettive caratteristiche di sezione. Nei parametri delle caratteristiche meccaniche è stato inserito E = 1 und G = 1/16. I valori della deformazione del software di calcolo strutturale si sono attestati in una media di 1,15% in più rispetto a quelli dell’equazione del lavoro.

Nuova norma
Insieme alla prova di resistenza a flessione sono stati fissati i criteri per la classificazione delle travi UF e UT, contenuti nella nuova norma italiana UNI 11035-3. Oltre ai criteri già conosciuti per il segato come nodi, fessurazioni ecc., sono state aggiunte tre nuove ed importanti caratteristiche delle travature UF/UT: il rapporto tra la larghezza e l’altezza, l’eccentricità del centro geometrico con il centro del tronco e lo smusso massimo ammesso. (graf1.pdf)
Nella nuova norma è contenuto un ulteriore requisito che per la trave del tipo “Uso Fiume” e “Uso Trieste” è indispensabile, ovvero che lo smusso con qualsiasi tipo di strumento meccanico non sia lavorato più di 5 mm in profondità. Questa regola permette di conservare la quantità adeguata di fibra di legno tardivo nella sezione trasversale escludendo la possibilità di realizzare uno smusso “artificiale” delle sezioni del segato lavorandolo successivamente. L’elaborazione dei dati per la definizione delle caratteristiche del materiale è stata eseguita sia per la sezione nominale che, nel caso di alcune campionature, per la sezione effettiva. Poiché il rilevamento pratico della sezione effettiva appare quasi impossibile, nella UNI 11035-3 viene presa in considerazione la sezione nominale del rettangolo circoscritto.

Risultati
Il progetto di ricerca è servito non solo all’elaborazione dei principi per la norma italiana di classificazione UNI 11035-3 ma anche all’individuazione di nuove caratteristiche riguardo le travi “Uso Fiume” e “Uso Trieste”. Le travi UF, rispetto alle travi UT, hanno mostrato nel modulo di elasticità riferito alla sezione effettiva, un valore approssimativamente simile, ovvero intorno ai 14.600 N/mm2. Per quanto riguarda la sezione nominale invece, le travi UF hanno evidenziato un modulo di elasticità di 10.800 N/mm2 mentre le travi UT solo 8.700 N/mm2. Comparando direttamente le due tipologie di travi, in quelle UT si fanno notare la rastremazione e il tipico smusso più grande.

I risultati della prova di resistenza a flessione, tenendo conto della sezione effettiva, hanno evidenziato un valore maggiore per le travi UT rispetto a quelle UF, ovvero 31 N/mm2 (in tre campionature) su 28 N/mm2 (in due campionature). Le maggiori resistenze nelle travi UT si sono riscontrate nella particolare indagine con caratteristiche di sezione non costante in 114 provini. Nel caso della sezione nominale entrambi i tipi di lavorazione hanno evidenziato quasi lo stesso valore intorno a 28 N/mm2.
Le classi di resistenza relativamente basse, C24 per le UF e C18 per le UT, sono dovute agli scarsi valori del modulo di elasticità riferito alla sezione nominale. Nell’ambito del calcolo statico comparativo tra la sezione effettiva e quella nominale con le rispettive caratteristiche del materiale, non si sono rilevate differenze nel dimensionamento degne di nota. La semplificazione in riferimento alla sezione nominale è quindi legittima e rende più semplice l’applicazione statica.

Applicazioni nelle costruzioni
Le travature “Uso Fiume” e “Uso Trieste” sono adatte non solo per il restauro ma anzi sono un’ottima soluzione anche per i solai e le coperture a vista. Sono utilizzabili per l’edilizia residenziale, per alberghi, ristoranti, ambienti wellness e in tutti quei casi dove è richiesto un materiale naturale. Sarebbe auspicabile che le future applicazioni in edilizia si adeguassero ai risultati della ricerca. Staticamente sono consigliabili travi a più campate e laddove la resistenza a flessione ha maggior peso in confronto alla deformazione. In ogni caso bisogna sfruttare la lunghezza massima disponibile. Ad esempio, per coprire due campate da 5 m di un solaio con delle travi UF/UT è consigliabile predisporre travi uniche da 10 m, e non due singole da 5 m.
Un’altra importante applicazione è la costruzione di ponti e passerelle. Comparando le travi UF/UT con quelle di legno lamellare, queste ultime sono più soggette agli effetti dell’umidità. L’utilizzo delle travi UF/UT nella classe di servizio 2 e, in casi particolari anche nella classe 3, è vantaggioso.
In genere nelle costruzioni di legno bisogna comunque tener conto dell’umidità e questo principio vale anche per le travature “Uso Fiume” e “Uso Trieste”. Le travi devono essere messe in opera con un’umidità ≤ 20% per le classi di servizio 1 e 2, mentre con un’umidità ≤ 24% per la classe di servizio 3. Tale accorgimento si rende necessario per evitare la formazione di fessure da ritiro e variazioni dimensionali. Nel caso in cui l’umidità in opera risulti superiore a 24%, la posa delle travi è ammessa solamente se le stesse hanno la possibilità di riessiccare e se è garantita una deformazione da ritiro nei limiti stabiliti.
Conclusioni
Il progetto di promozione all’utilizzo delle travi UF/UT ha superato i primi ostacoli normativi. Poiché a livello europeo l’interesse per l’utilizzo è ancora esiguo, è prematuro pensare a una normativa europea. Il prossimo passo al quale si mirerà è quindi il Benestare Tecnico Europeo (ETA).
Lo svolgimento delle prove a flessione è avvenuto presso l’Istituto CNR-IVALSA sotto la direzione del Prof. Ario Ceccotti, al quale spetta un cordiale ringraziamento. Le correzioni finali della nostra elaborazione dati sono state affidate al Prof. Marco Togni dell’Università di Firenze. Un ringraziamento anche a tutti coloro che hanno partecipato al progetto di promozione e ricerca per le travi “Uso Fiume” e “Uso Trieste”.



Travi Uso Fiume e Uso Trieste: il progetto di ricerca
Travi Uso Fiume e Uso Trieste: il progetto di ricerca
Travi Uso Fiume e Uso Trieste: il progetto di ricerca
 

Travi Uso Fiume e Uso Trieste: nuova norma per la classificazione a vista

 
Travi Uso Fiume e Uso Trieste: nuova norma per la classificazione a vista
scritto da Andrea Zenari
Dalla scorsa settimana nel sito dell’UNI, nell’area progetti on line, sotto la voce progetti UNI e digitando nel titolo USO FIUME è entrata nel periodo di consultazione pubblica la nuova norma per la classificazione a vista delle travi USO FIUME ed USO TRIESTE per uso strutturale. Nel frattempo siamo in attesa che la Comunità Europea si pronunci sulla possibilità di formulare un benestare tecnico europeo ETA su questo prodotto in modo tale da poter arrivare in futuro alla marcatura CE delle travi USO FIUME ed USO TRIESTE.

http://www.lazzarizenari.it/
 

Travi Uso Fiume e Uso Trieste: un materiale innovativo dal carattere tradizionale

 
Travi Uso Fiume e Uso Trieste: un materiale innovativo dal carattere tradizionale
a cura di Marco Luchetti
Il mondo delle costruzioni in legno ha vissuto negli ultimi anni un periodo complesso per quel che riguarda il quadro normativo applicabile, con un susseguirsi di Ordinanze, Norme, Circolari Ministeriali, periodi di sovrapposizione con le norme previgenti, che hanno spesso ingenerato disorientamento fra tecnici e progettisti.
Un evento traumatico come il sisma occorso all’Aquila il 6 Aprile del 2009, ha accelerato i tempi per un chiarimento definitivo e finalmente, dal Luglio del 2009 le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC), già emanate con DM del 14.01.08, insieme alla Circolare esplicativa n.617 del 2 Febbraio 2009, sono diventate l’unico riferimento normativo applicabile dal progettista italiano.
Questo ha definito una volta per tutte, una par condicio tra i materiali da costruzione, definendo per ognuno di essi specifici iter di certificazione così come prescritto all’interno del par. 11.1 ("Materiali e prodotti ad uso strutturale") delle stesse NTC. A tal proposito si sottolinea come, con l’entrata in vigore del D.M. 14.01.08 (NTC 2008), anche in Italia è stato di fatto sancito l’obbligo di classificare il legname utilizzato secondo la resistenza.

Inoltre, con l’entrata in vigore dell’obbligo della marcatura CE per il legname massiccio in accordo alla UNI EN 14081-1 (Legno strutturale con sezione rettangolare classificato la resistenza - Parte 1: Requisiti generali) relativamente gli assortimenti a spigolo vivo, la classificazione secondo la resistenza diverrà un passaggio imprescindibile per l’impiego di questo materiale. Tale norma armonizzata non risulta essere applicabile in alcun modo a legname a sezione irregolare, quali l’Uso Fiume e Uso Trieste causa le tolleranze sullo smusso che la stessa presenta (fino ad 1/3 della sezione). Il quadro normativo per il legname strutturale L’elevata variabilità naturale delle caratteristiche morfologiche e meccaniche del legno massiccio ha determinato l’esigenza di definire
criteri e regole di classificazione in base alla resistenza, al fine di ottimizzarne gli impieghi strutturali.
In questo senso, la classificazione è un processo di selezione attraverso il quale si assegna ogni singolo elemento ad una categoria, a cui corrispondono determinati valori caratteristici che ne descrivono le prestazioni
meccaniche da considerare nella progettazione. Le regole di classificazione fanno riferimento a numerose prove distruttive eseguite secondo procedure metodologiche codificate e sono ormai avallate da decenni di esperienza applicativa.
La classificazione può essere eseguita "a vista" o "a macchina": in entrambi i casi, lo scopo è l’assegnazione del singolo elemento (trave o segato) ad una categoria, associabile ad una classe di resistenza tra quelle previste dalla norma EN 338 "Legno strutturale - Classi di resistenza", a cui corrispondono valori caratteristici
di massa volumica, resistenza e modulo di elasticità.
La classificazione a vista secondo la resistenza Le norme tecniche (dedicate alla classificazione a vista secondo la resistenza) sviluppate all’interno di ciascun Paese produttore di legname indicano le caratteristiche (difetti o peculiarità dei tessuti legnosi) ammissibili. I metodi di valutazione di queste ultime sono generalmente quelli prescritti dalla EN 1310 "Legno tondo e segati. Metodo di misurazione delle caratteristiche", fatto salvo quanto eventualmente specificato nelle singole norme di classificazione. In particolare le caratteristiche che devono
essere valutate sono: l’ampiezza media degli anelli di accrescimento o, eventualmente, la massa volumica del legno; la tipologia, posizione, frequenza e dimensione di alcuni difetti quali: nodi, misurati tramite il rapporto tra il
diametro e la sezione di riferimento; deviazione della fibratura; legno di reazione; attacchi di insetti o agenti di carie del legno; deformazioni; smussi; fessurazioni da ritiro; lesioni meccaniche; cipollature; altre (inclusioni di corteccia, danni da vischio...).
I segati classificati a vista sono assegnabili a una determinata categoria solo se soddisfano tutti i requisiti da essa previsti. È pertanto il difetto peggiore a determinare la categoria di appartenenza. Se il segato non può essere
assegnato ad alcuna categoria deve essere scartato in quanto non classificabile per uso strutturale. Le sigle delle singole categorie, sono definite in modo da identificare univocamente ciascun tipo di legname strutturale (ad
es. S10 in accordo alla DIN 4074-1).
Le regole di classificazione sono diverse nei vari Paesi, in funzione delle specie legnose e delle tradizioni nella lavorazione, ma seguono necessariamente gli stessi principi (contenuti nell’allegato A della UNI EN 14081-1), per giungere a risultati molto simili. La norma EN 1912 "Legno strutturale – Classi di resistenza – Assegnazione delle categorie visuali e delle specie" riporta poi la corrispondenza tra le sigle adottate nelle norme di classificazione
nazionali (categorie) e il sistema di classi di resistenza definite dalla EN 338. La classificazione a macchina
La classificazione a macchina è stata sviluppata nei Paesi anglosassoni a partire dagli anni ’60; essa si fonda su criteri oggettivi che prendono in considerazione le prestazioni meccaniche dell’elemento. L’attribuzione di una categoria avviene in tal caso sulla base della correlazione tra il parametro rilevato dalla macchina e le caratteristiche meccaniche del pezzo (in genere la resistenza a flessione). L’affidabilità statistica della
correlazione deve però essere stata verificata tramite un’ampia serie di prove preliminari (sia di carattere distruttivo che non distruttivo), effettuate in laboratorio su un campione rappresentativo della produzione in esame. La macchina misura uno o più parametri prestazionali (solitamente il modulo di elasticità a flessione, in vari punti del segato), attribuendo automaticamente ad ogni pezzo una classe di resistenza normalizzata ed
ne della densità e dell’umidità del legno. Il quadro normativo dedicato alle travi Uso Fiume e Uso Trieste
Alla luce di quanto disposto dalle attuali Norme Tecniche delle Costruzioni, di cui ai par. 11.1 e 11.7, un assortimento legnoso può essere posto in commercio attraverso specifici iter di certificazione:

• L’applicazione di una norma armonizzata (marchio CE);
• L’applicazione di una procedura di qualificazione nazionale (qualora si ricada all’interno del periodo di coesistenza di Norma Armonizzata);
• L’applicazione di un Benestare Tecnico Europeo o, in alternativa, di un Certificato di Idoneità Tecnica all’Impiego
evidenziata mediante apposita marcatura.

Un controllo finale del segato consente di individuare quei difetti (attacchi di funghi ed insetti, nodi o fessurazioni di testata, legno di reazione) di cui la macchina può non aver rilevato l’influenza. La classificazione a macchina è pertanto più veloce ed efficace di quella a vista ma richiede apparecchiature, spesso non compatibili con la dimensione media delle imprese italiane. Altri sistemi di classificazione a macchina, attualmente in crescente diffusione, si basano su una combinazione di diverse strumentazioni, quali la misura con metodo vibrazionale del
modulo di elasticità dinamico, la scansione a raggi X e laser (per la localizzazione e la valutazione dei difetti importanti ai fini della resistenza meccanica), la misura delle dimensioni e deformazioni degli elementi, la determinazio- Come precedentemente descritto la norma armonizzata per le travi in legno massiccio (UNI
EN 14081-1) risulta non essere applicabile causa le tolleranze sullo smusso che la stessa presenta (1/3 della sezione).
L’iter di qualificazione nazionale Un primo criterio di definizione della conformità delle travi Uso Fiume e Uso Trieste risulta essere quindi l’iter di qualificazione nazionale. Attraverso l’applicazione dei dettami previsti
dalla circolare esplicativa n.617 del 2.2.2009, un produttore (di Uso Fiume e Trieste) ha la possibilità di utilizzare le regole di classificazione dedicate ad assortimenti a sezione rettangolare a quelli a sezione irregolare:

"Legno con sezioni irregolari: in assenza di specifiche prescrizioni, per quanto riguarda la classificazione del materiale, si potrà fare riferimento a quanto previsto per gli elementi a sezione rettangolare, senza considerare
le prescrizioni sugli smussi e sulla variazione della sezione trasversale, purché nel calcolo si tenga conto dell’effettiva geometria delle sezioni trasversali". Tale prescrizione, seppur consenta una possibile definizione della conformità comporta:

• Una penalizzazione circa i valori caratteristici potenzialmente attribuibili a tali assortimenti;
• Obbliga il progettista ad un approfondimento delle caratteristiche geometriche degli assortimenti Uso Fiume e Uso Trieste che difficilmente possono essere generalizzabili.

UNI 11035-3: Travi Uso Fiume e Uso Trieste di Abete A fronte della poca trasparenza tecniconormativa, sottolineata anche dai maggiori produttori di travi Uso Fiume e Uso Trieste, il Gruppo di Lavoro UNI (Legno Strutturale) a partire dai primi mesi del 2010 ha cominciato ad elaborare apposita norma nazionale dedicata
alla classificazione a vista secondo la resistenza per travi Uso Fiume e Uso Trieste di Abete (provenienza Italiana e Centro Europea). La stessa UNI 11035-3 è stata successivamente pubblicata in catalogo nei primi mesi del 2011. Si sottolinea come la UNI 11035-3 sia stata elaborata a seguito di una approfondita campagna prove (svolta dal CNR – IVALSA – Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree) co-finanziata da Assoimprenditori Alto Adige e Assolegno di FederlegnoArredo.
Le metodologie di prova adottate ricalcano quelle indicate nei documenti normativi europei di riferimento (UNI EN 384 "Legno strutturale - Determinazione dei valori caratteristici delle proprietà meccaniche e della massa volumica"; UNI EN 408 "Strutture di legno – Legno massiccio e legno lamellare incollato - Determinazione
di alcune proprietà fisiche e meccaniche").
L’elaborazione dei valori caratteristici è stata ottenuta attraverso una collaborazione tecnico-scientifica tra DEISTAF (Dipartimento di Economia, Ingegneria, Scienze e Tecnologie Agrarie e Forestali – Univeristà di Firenze), CNR-IVALSA, Lignaconsult srl e l’ufficio normativa di Assolegno di FederlegnoArredo. Di seguito si riportano importanti definizioni introdotte dalla stessa UNI 11035-3: "Uso Fiume: trave a sezione quadrata o rettangolare ottenuta da un tronco mediante squadratura meccanica, continua e parallela dal calcio alla punta su quattro facce a spessore costante con smussi e contenente il midollo."

• "Uso Trieste: Trave a sezione quadrata o rettangolare ottenuta da tronco mediante squadratura meccanica, continua dal calcio alla punta su quattro facce seguendo la rastremazione del tronco, con smussi e contenente il midollo."
• "Smusso: Superficie arrotondata originale del tronco, con o senza corteccia, eventualmente regolarizzata tramite lavorazione meccanica con l’asportazione di non più di 5 mm sotto corteccia, che raccorda due facce contigue dell’elemento ligneo."

Con quest’ultima definizione si vuol dare importanza, oltre all’aspetto legato alla tradizione produttiva (che prevede l’utilizzo di appositelame atte a non interrompere in modo significativo le fibre più esterne dell’elemento ligneo), anche ad esaltare le caratteristiche meccaniche dell’elemento, visto che tali fibre, trovandosi nelle zone periferiche dell’elemento ligneo, risultano essere anche quelle maggiormente sollecitate a flessione. La continuità della fibratura diviene quindi un elemento innovativo del prodotto e contribuisce ad aumentarne la concorrenzialità
dello stesso rispetto ad assortimenti a sezione rettangolare. Per quanto riguarda i criteri di classificazione si riportano di seguito esclusivamente quelli di maggior impatto pratico e di carattere innovativo:

I valori caratteristici di resistenza meccanica si riferiscono alla sezione nominale dell’elemento, che viene definita come segue:

"Sezione nominale: Sezione definita dal rettangolo circoscritto all’elemento ligneo a metà della lunghezza, alla quale sono riferiti i valori caratteristici …" La sezione invece che viene ad essere presa in considerazione per quanto riguarda i rapporti commerciali e i relativi controlli di produzione è la sezione che presenta uno spessore
massimo.
Il Benestare Tecnico Europeo Prima di scendere nei dettagli del Benestare Tecnico Europeo dedicato agli assortimenti quali Uso Fiume e Uso Trieste, si fornisce una breve descrizione tecnico normativa di tale iter
di certificazione. Si precisa solo che, nel presente articolo, viste le procedure in via di definizione all’interno
del Regolamento 305/2011 (regolamento che andrà progressivamente a sostituire i contenuti dell’attuale Direttiva Prodotti da Costruzione), si farà riferimento a quanto indicato attualmente nella CPD 89/106 e alle procedure attualmente in essere per l’emanazione di un Benestare Tecnico Europeo. In base all’art. 8.1 della stessa Direttiva Prodotti da Costruzione, l’ETA (o Benestare Tecnico Europeo) è definito come "Valutazione tecnica
favorevole dell’idoneità all’uso di un prodotto da costruzione per uno specifico impiego, basata sul soddisfacimento dei requisiti essenziali dell’Opera di costruzione nella quale il prodotto deve essere incorporato".
In sostanza, l’ETA di per sé non sostituisce la conformità data attraverso l’apposizione della marcatura CE, bensì pone le basi affinché un Ente Notificato possa valutarne la rispondenza ai requisiti essenziali che lo stesso prodotto è tenuto a soddisfare.
Tale sistema autorizzativo - che permette la marcatura CE attraverso l’ETA - è sotto la responsabilità di appositi Organismi (denominati Approval body) che fanno capo all’EOTA (European Organization for Technical Approval).
È bene precisare come l’EOTA non è libero di determinare da solo per quali prodotti da costruzione possa essere rilasciato un Benestare Tecnico Europeo (ETA). Tale argomento è disciplinato dall’Articolo 8 (punti 2 e 3) della CPD, che fornisce il riferimento legale e, secondo il quale, un ETA può essere rilasciato:

• a prodotti per i quali non esista ancora né una Specificazione Tecnica Europea Armonizzata, né una Specificazione Tecnica Nazionale Riconosciuta, né un Mandato per l’elaborazione di una Norma Armonizzata,
e per i quali la Commissione abbia ritenuto che una Norma non possa, o non possa ancora, essere elaborata;
• a prodotti che differiscono significativamente da una Specificazione Tecnica Europea Armonizzata oppure da una Specificazione Tecnica Nazionale Riconosciuta (in termini costitutivi o per destinazione d’uso);
• In casi speciali, a prodotti per i quali esiste un Mandato per l’elaborazione di una Norma Armonizzata o per i quali la Commissione abbia deciso che una Norma Armonizzata possa essere elaborata, se la Commissione
ha autorizzato l’EOTA a procedere "in deroga" (ad esempio, laddove, considerati i tempi previsti per la disponibilità della Norma, non sembri appropriato attendere tanto).

Una decisione in merito all’opportunità di intraprendere la strada di un ETA per un prodotto da costruzione od una famiglia di prodotti è presa in considerazione e discussa soltanto se almeno un produttore ha avanzato una domanda di ETA per il proprio prodotto. La Decisione spetta alla Commissione, previa consultazione del Comitato
Permanente per la Costruzione. In tale contesto prende forma il percorso di marcatura CE di tali assortimenti promosso da Assoimprenditori Alto Adige e Assolegno. Travi Uso Fiume e Trieste: un Benestare Tecnico Europeo "Consortile" Nell’ottica di valorizzare un assortimento di carattere tradizionale, su iniziativa di Assoimprenditori Alto Adige e di Assolegno, si è cercato di identificare un possibile iter certificativo al fine di garantire anche per le travi Uso Fiume e Trieste di Abete, lo stesso livello di controllo della produzione in fabbrica previsto per le assortimenti a spigolo vivo, come descritto dalla UNI EN 14081-1.
Partendo quindi dal lavoro svolto in ambito italiano nell’elaborazione della UNI 11035-3 si è provveduto ad elaborare apposito CUAP (Common Undestanding of Assessment Procedure). Tale documento, approvato a
seguito di numerose inchieste pubbliche nel Marzo 2011, ha permesso la redazione dell’ETA dedicato.
A tal proposito è da evidenziare come tale documento abbia, nel panorama normativo comunitario, una struttura molto peculiare, in quanto lo il titolare di tale Benestare Tecnico risulta essere un soggetto consortile, quale il
Consorzio Servizi Legno-Sughero (ConLegno). Le aziende che producono travi Uso Fiume e Trieste risultano essere identificati come stabilimenti dello stesso Consorzio, i cui nominativi sono riportati all’interno di allegato
dello stesso ETA.

Conclusioni
Questo importante risultato, che vede l’Italia protagonista in Europa, deve essere considerato solamente un inizio per arrivare a valorizzazione tali assortimenti. Rimane quindi indispensabile l’impegno dei singoli produttori coinvolti nella quotidianità lavorativa al fine di garantire verso i professionisti del settore un interesse sempre crescente che funga da stimolo per una sempre maggiore diffusione del prodotto all’interno del mercato nazionale ed estero.

Ringraziamenti: si ringrazia per il prezioso contributo il Consiglio Direttivo del Comitato Tecnico Uso Fiume e Uso Trieste: Michele Magagna (Magagna Legno srl), Gianmarco Gualdi e Giancarlo Gualdi (Gualdi Legnami snc), Franz Willeit (Rema spa), Moreno Vender (Vender Legnami srl)
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U.F./U.T. di Castagno secondo UNI

 
U.F./U.T. di Castagno secondo UNI
a cura di Andrea Zenari
Parallelamente ai test eseguiti in Alto Adige su travatura di abete, la Commissione “Legno” delle UNI, nell’ambito del Gruppo di lavoro “Legno strutturale” sta lavorando per la stesura della nuova norma per la classificazione del legno massiccio tipologia USO FIUME/USO TRIESTE. A tale scopo ha creato un protocollo prove da svolgere su travi di castagno USO FIUME/USO TRIESTE:

1 Le prove di laboratorio saranno condotte conformemente alla normativa UNI EN 408 e prevedranno la determinazione dei moduli di elasticità locale e globale, la resistenza a flessione, la massa volumica, l’umidita del legno al momento della prova.

2 Il calcolo dei valori caratteristici di resistenza a flessione, modulo di elasticità, massa volumica, avverrà secondo il metodo proposto dalla norma UNI EN 384.

3 In relazione a quanto previsto al punto 2) il materiale da sottoporre a prova dovrà soddisfare alcuni requisiti:

3.a Il legname fornito dovrà provenire da un’area geografica nota ed omogenea.

3.b I campioni dovranno essere rappresentativi delle tipologie commerciali realizzate: ad esempio potrebbero essere sottoposte a prova una sezione tipo 15x15 cm o due sezioni 15x15 cm e 20x20 cm (18x18cm).

3.c Le lunghezze minime delle travi dovranno essere almeno 20 volte la dimensione maggiore della sezione, pertanto 3 metri per la sezione di 15x15 cm e 4 metri per la sezione di 20x20 cm.

3.d I campioni dovranno essere classificati a vista secondo la resistenza e possedere i requisiti della categoria “S” della regola “Latifoglie” della versione anno 2003 della norma UNI 11035.

3.e Lo smusso massimo ammesso sui campioni dovrà essere tale per cui almeno 1/10 della sezione (base o altezza) non sia interessato da smusso.

3.f Al momento della prova il legname dovrebbe possedere un’umidita non superiore al 20%. Considerando che la pratica commerciale prevede la vendita e l’impiego del legname anche ad una umidita superiore, nel corso delle prove di laboratorio potrebbero essere testati il 50% dei campioni ad umidita “commerciale” ed il 50% previa stagionatura. La necessita di sottoporre a prova legname stagionato risponde all’esigenza di valutare correttamente tutte le caratteristiche del legno (ad
es. le fessurazioni, incluse le cipollature) e di non incorrere in penalizzazioni nel calcolo dei valori di rigidezza a causa dell’elevata umidita del legno (come previsto dalla UNI EN 384).

3.g Il numero di campioni minimo per area geografica e sezione tipo da sottoporre a prove e 40, come previsto dalla normativa UNI EN 384. Per non scendere sotto questo numero di prove minimo, sarebbe auspicabile ricevere almeno 45 campioni per area geografica e sezione tipo.

Attualmente qualche segheria ha fornito le travi ed ha sostenuto i costi per effettuare i test necessari, ci auguriamo che altre possano collaborare con l’IVALSA affinché in tempi brevi si possa inserire anche le travi di castagno USO FIUME/ USO TRIESTE nella nuova norma UNI 11035.
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Valorizzazione Casolare Cabassa

 
Valorizzazione Casolare Cabassa
Localitá:

         Europa:                            ITALIA (IT)
         Regione:                          Emilia- Romagna
         CAP:                                 41016
         Luogo:                              Novi di Modena (MO)
Dati progettuali:

          inizio cantiere:                05/2005
          fine cantiere:                   12/2005
          committente:                   Cabassa/ Camurri
          progettista:                      Geom. Roberto Mantovani
          statica:                             -
          impresa esecutrice:         Edilcam srl

Classificazione:

          tipologia edifico:            residenziale
          tipologia attivitá:            demolizione e ricostruzione
          materiale impiegato:      travi Uso Fiume per copertura
                                                 travi Uso Fiume per copertura
          specie legnosa:              abete rosso, larice
          quantitá impiegate:        -


Descrizione:

demolizione e ricostruzione di un fabbricato rurale ad uso residenziale
Valorizzazione Casolare Cabassa
Valorizzazione Casolare Cabassa
 

zorro

 
 

Zusammenschlüsse fördern Wachstum und Entwicklung / Unternehmen des Holzsektors schließen sich zum ersten Unternehmensnetzwerk Südtirols zusammen

 
Zusammenschlüsse fördern Wachstum und Entwicklung / Unternehmen des Holzsektors schließen sich zum ersten Unternehmensnetzwerk Südtirols zusammen
Pressemitteilung Unternehmerverband
Durch die gemeinsame Vertretung der Interessen gegenüber den Behörden und den öffentlichen und privaten Einrichtungen soll die Durchschlagskraft auf den nationalen und internationalen Märkten erhöht werden und es sollen Lösungen für Probleme im Zusammenhang mit der Produktion und der Qualität des gemeinsamen Produktes gefunden werden: Mit diesen Zielen haben zehn Holzunternehmen das Netzwerk „Rete Uso Fiume ed Uso Trieste“, das erste Südtiroler Unternehmensnetzwerk, gegründet. Der entsprechende Netzwerkvertrag, der mit Hilfe der Rechtsberatung des Unternehmerverbandes Südtirol und mit der organisatorischen Unterstützung des Cluster „Holz & Technik“ im TIS zustande kam, wurde kürzlich vor dem Präsidenten der Notariatskammer Bozen, Notar Walter Crepaz, unterzeichnet.

Die meisten der im Unternehmensnetzwerk eingebundenen Betriebe haben ihren Sitz in den Provinzen Bozen und Trient. Alle Unternehmen sind spezialisiert auf die Herstellung der speziellen Massivholzbalken „Uso Fiume e Uso Trieste“. Diese Balken, die Tradition und Innovation vereinen, kommen bei Dächern, Abdeckungen und anderen Zimmerei-Anwendungen zum Einsatz.
Mit dem Abschluss des Netzwerkvertrages haben sich die Unternehmen verpflichtet, durch gemeinsame Forschungstätigkeit die technische Qualität der Balken „Uso Fiume e Uso Trieste“ zu verbessern. Außerdem sollen die Massivholzbalken besser am Markt positioniert und der Endverbraucher sowie die Projektanten und Händler über die technischen Eigenschaften und Einsatzmöglichkeiten informiert werden. Als gesetzlicher Vertreter auf Zeit des ersten Südtiroler Netzwerkvertrags wurde der Präsident der Sektion Holz im Unternehmerverband Südtirol, Michele Magagna (Magagna Holz GmbH), ernannt.

Das Unternehmensnetzwerk “Rete Uso Fiume e Uso Trieste” ist ein weiterer Schritt in der Zusammenarbeit zwischen den Produzenten der Massivholzbalken „Uso Fiume e Uso Trieste“ Südtirols und der benachbarten Provinzen, die vor einigen Jahren begonnen hat. Bereits 2007 hatte die Sektion Holz im Unternehmerverband Südtirol ein Projekt ins Leben gerufen, um diese Massivholzbalken stärker zu vermarkten und ihren Einsatz im Bausektor zu fördern. „Zu Beginn haben wir eine Reihe von Versuchen durchgeführt, um technische Informationen zu bekommen, die wir dann den Projektanten zur Verfügung gestellt haben. Diese wissenschaftlichen Versuche, die von der Universität Florenz und dem Zentrum CNR-IVALSA in San Michele all’Adige durchgeführt wurden, bestätigten die hervorragenden strukturellen Eigenschaften der Massivholzbalken ‚Uso Fiume eUso Trieste’. Von Anfang an haben wir uns das ehrgeizige Ziel gesetzt, die CE-Kennzeichnung für diese Produkte zu erlangen. Im Sommer 2011 haben wir von der EOTA (European Organization for Technical Approval) die Europäische Technische Zulassung (ETA) bekommen und damit dieses Ziel erreicht. Jetzt erwarten wir uns wichtige Ergebnisse vom neuen Unternehmensnetzwerk“, so Michele Magagna, Präsident der Sektion Holz im Unternehmerverband.

Dem Unternehmensnetzwerk „Rete Uso Fiume e Uso Trieste“ gehören folgende Unternehmen an: Corradi Legnami GmbH (Brixen), Damiani - Holz&Ko AG (Brixen), Gualdi Legnami Snc (Condino), Magagna Holz GmbH (Brixen), Mihelcic Legnami Snc (Lavis), Mori Legnami Srl (Piacenza), Rema AG (Welsberg), Ruatti Legnami Srl (Rabbi), Segna Legnami Snc (Rovere della Luna) und Vender Legnami Srl (Mezzocorona).
Zusammenschlüsse fördern Wachstum und Entwicklung / Unternehmen des Holzsektors schließen sich zum ersten Unternehmensnetzwerk Südtirols zusammen
 





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